Finalmente uno spiraglio di luce in fondo al tunnel buio che l’Inter non terminava più di attraversare. Pazza Inter, forse mai come questa volta, che a Sassuolo fa un tonfo troppo rumoroso per passare inosservato e così decide di reagire. Sette gol in due partite e uno solo subito nel momentaneo pareggio di Moralez dell’Atalanta, che sommati ad una ottima doppia prestazioni vogliono dire una cosa sola: rinascita. O almeno questo è quello che si aspettano i supporters interisti, stanchi obbiettivamente di esultare e subito dopo tornare a disperarsi. Se questo andamento da Ferrari che l’Inter mostra così tanto brillantemente in questo momento sarà duraturo, questo è difficile dirlo, ma la reazione nerazzurra non è immotivata, anzi alcuni spunti sono piuttosto evidente, altri no, ma facilmente auspicabili.

Prima di tutto il centrocampo, che fino ad oggi era stato la spada di Damocle dell’assetto tattico di Mancini, adesso sembra girare a ritmi molto alti ed il merito è innanzitutto del “rombo”, che il tecnico di Jesi ha finalmente accettato a patto però di tornare al 4-2-3-1 all’inglese non appena avrà tutti i giocatori per poterlo attuare. Il secondo motivo è la resurrezione di Fredy Guarin. Poco da dire, un giocatore messo sul mercato nelle ultime tre edizioni di quest’ultimo adesso è il perno di un centrocampo che ad inizio stagione lo contemplava ai margini della squadra e che adesso segna, crea gioco e supera nelle gerarchie sia Medel che il nuovo arrivato Brozovic. Proprio il croato merita una considerazione a parte, in quanto se a Bergamo non ha brillato ha di sicuro ridonato un equilibrio alla mediana interista.

Non sappiamo se il club di Tohir si sia segretamente rivolto ad uno psicologo, ma lo status mentale di chi scende in campo nelle ultime due uscite e perché no, anche nella sconfitta del San Paolo in Coppa Italia, è migliorato se non guarito del tutto. Il sorriso è tornato a far da protagonista nelle manovre di gioco dell’Inter e questo evidente anche nella facilità con cui la squadra del Mancio riesce a creare occasioni pericolose, nonché alla capacità di reagire al pareggio dell’Atalanta che inizialmente sembrava l’ennesimo colpo di mortaio scagliato contro la risalita della Milano nerazzurra. Di tempo ne è passato dall’arrivo di Mancini e forse si iniziano a vedere i frutti, e in attesa degli sviluppi dei rinnovi dei big,il futuro di altri che non hanno ben convinto e l’attesa di riconferma di campioni momentaneamente sottotono, il club di Corso Vittorio Emanuele lancia un grido “stiamo tornando”.