L’umanità è una cosa meravigliosa. Partiamo da questo presupposto per raccontare la nascita di un progetto creato per dare un sorriso a ragazzi diversamente abili o che presentano problemi con l’inserimento nella società odierna. “Insieme a canestro”, questo il nome dell’interessante programma, rappresenta una sorta di rilancio sotto ogni punto di vista verso dei giovani spesso emarginati, per via dei loro “grattacapi”, che soffrono in silenzio, senza mai dare nell’occhio. A Catanzaro, anche quest’anno, grazie alla voglia, alla tenacia di alcune persone con un cuore grande, è stato possibile creare nuovamente questo genere di manifestazione, sempre nel rispetto verso il prossimo. Noi di Blogdisport, abbiamo intervistato unaa delle coordinatrici del progetto, Silvia Raiola che, con la sua genuinità, ha confermato la bontà di “Insieme a canestro”.
Insieme a canestro, un progetto interessante sotto tutti i punti di vista. Puoi raccontarci le tue sensazioni dopo aver saputo dell’inizio di questa avventura?
“Insieme a canestro è un progetto ideato e organizzato dall’Acsa&ste onlus, un’associazione che tra le sue finalità, ha quella di promuovere e garantire il benessere dei minori e di tutti quei soggetti che possono essere definiti “fragili”, attraverso studi in specifici campi e attuazione di programmi. Con questo progetto si è focalizzata l’attenzione sull’attività sportiva, in modo particolare sul gioco del basket, uno sport di velocità, precisione, tecnica, disciplina e coordinazione. Abbiamo ritenuto che questo fosse lo sport ideale per migliorare le attività motorie e d’integrazione di questi soggetti. Inizialmente si partì con ragazzi diversamente abili, successivamente si decise di allargare questo progetto, anche a ragazzi con problemi d’inserimento sociale, ragazzi che a causa di opportunità negate o per essere nati in ambienti di degrado e cultura mafiosa, stavano realizzando un errato progetto di vita. Un ulteriore scommessa è stata anche quella di affidare questi giovani ad altri giovani dotati di volontà e sufficienti doti tecniche (giocatori e giovani allenatori di squadre di serie C e D: Silvia Raiola, Fabrizio Silipo, Mario Andrea Raiola, Federica Sbrissa, Luigi Mancuso, Fabio Ippolito e Massimiliano Giampà). Iniziammo quest’avventura 5 anni addietro arruolando 16 ragazzi fino a diventare nell’ultima edizione, 45. E’ stata un’esperienza impareggiabile, si sono creati dei rapporti bellissimi e di fiducia tra noi allenatori e questi ragazzi; rapporti che vanno al di fuori della palestra”.
Tanti viaggi per far conoscere Insieme a Canestro. Qual è stato il Paese che ti ha colpito maggiormente come calore e interessamento?
“Si è potuto assistere non solo al miglioramento dell’attività motoria e sociale dei ragazzi con diverse abilità, ma anche al cambiamento dei cosiddetti ragazzi “cattivi”, che sono riusciti ad integrarsi senza mai dimostrare intolleranza o deridere i loro compagni di percorso con diversa abilità, tanto da divenire loro amici e tutor. Il progetto è stato presentato in vari Paesi del Sud America in occasione di Convegni internazionali di Medicina dell’adolescenza. Premesso che in tutti i paesi dell’America Latina che ho visitato ho percepito valori e calore umano inusuali in Occidente, sono rimasta particolarmente coinvolta dall’affetto, dalla familiarità e dall’amicizia che mi sono stati offerti a Cuba e in Argentina specie a El Bolson, in Patagonia”