Quasi 500 partite in Premier League, una Coppa di Lega, tre Europei e tre Mondiali con la Nazionale inglese, due titoli in Premier League, 3 Fa Cup e 2 supercoppe, e le maglie di Tottenham, Arsenal, Chelsea, Newcastle, Portsmouth e Notts County indossate. Sol Campbell, il gigante buono del calcio d’Oltremanica, ne avrebbe di strumenti per insegnare l’arte della difesa a tanti aspiranti colleghi, ma preferisce andare oltre: oggi, a 40 anni suonati, è commentatore tv, ha una sua fondazione a Wimbledon, coltiva la parola per il tiro nei poligoni cittadini e corre mezz’ora al giorno. Multiforme e impegnato, dalla politica alla lotta al razzismo, come raccontato a Extra Time, l’inserto della Gazzetta dello Sport. “Negli ultimi 30 anni ci sono stati progressi enormi in Gran Bretagna-ha spiegato Campbell-il problema però rimane: per un nero, ad esempio, è difficile allenare. Il razzismo resta una piaga mondiale: mi piace pensare che un giorno sarà sconfitto, ma ho l’impressione che questo giorno sembra lontano”.

Una lotta, quella di Campbell, vissuta anche con la maglia dell’Inghilterra: “Ho indossato quella maglia 73 volte: ho visto passare davanti gente che aveva meno titoli di me”. Non è in discussione però l’amore per Londra: “E’ una città straordinaria, multietnica. Il Regno Unito vuole recuperare alcuni poteri e non è una richiesta priva di ragioni. L’economia interna viaggi a ritmi più elevati rispetto alla Germania: i burocrati lo capiscono che i discorsi europei sono incomprensibili per un cittadino britannico?”. Sul suo podio calcistico ci sono Cristiano Ronaldo, Carlo Ancelotti, Mourinho (“Il suo calcio non ruba l’occhio, ma arriva sempre in fondo”) e Wenger (“la sua capacità di individuare talenti è straordinaria”) ma non manca una tiratina d’orecchie per Balotelli: “Gli farei notare che nel calcio il successo è una materia difficile da gestire e bisogna usare la testa. E aggiungerei: l’Italia ha bisogno di te”.

In campo difendeva la sua Nazione, in politica il partito conservatore: Campbell ha anche messo in vendita la sua villa di Chelsea a 25 milioni per protestare con il governo laburista, che intende tassare pesantemente case con valore superiore ai 2 milioni di sterline. Ma il calcio, quello non vuole abbandonarlo: “Mi piace la moda, ma vorrei avere la possibilità di allenare una squadra. In Olanda o Belgio, dove sono più aperti quanto a mentalità, questo mi sarebbe offerto”. Black power.

Luca Guerra (Twitter: @GuerraLuca88)