In Francia si usa dire “Fais ce que dois, advienne que pourra” (“Fa’ quel che devi, accada quel che può“). Lo sa bene Rudi Garcia, il tecnico della Roma, che dei proverbi francesi ha fatto uno dei marchi di fabbrica della sua storia giallorossa. Indimenticabile, per dirne uno, quell'”abbiamo rimesso la chiesa al centro del villaggio” proferito in conferenza stampa dopo il derby vinto nel settembre del 2013 contro la Lazio. Oggi quella chiesa pare però essersi spostata in periferia, se è vero come è vero che la Roma spumeggiante dell’anno scorso e dell’inizio di questo campionato appare nient’altro che un ricordo lontano. Quattro pareggi e due vittorie nelle ultime sei giornate sono un bottino troppo magro per una squadra che ambisce allo scudetto. Inevitabile quindi che il distacco della Juventus sia aumentato a 5 punti, forse anche pochi rispetto a quelli che sarebbero potuti essere. La bacchetta magica, nel calcio come nella vita, non l’ha mai avuta nessuno, ma se c’è qualcuno che può ridare al calcio italiano la Roma che aveva fatto innamorare negli scorsi mesi gli appassionati di tutto il mondo, quello è senza dubbio Rudi Garcia. Analizziamo dunque i problemi della squadra capitolina e i punti su cui l’allenatore francese deve intervenire.
INCERTEZZE DIFENSIVE – La retroguardia giallorossa, vero punto di forza della squadra di Garcia nella scorsa stagione, non dà a tecnico e tifosi la stessa sicurezza di dodici mesi fa. I 14 gol subiti, 4 in più rispetto al girone d’andata dello scorso campionato, pur non essendo moltissimi, costituiscono un allarme importante per il francese. In particolare, la partenza di Benatia e la lunga degenza di Castan hanno indebolito la difesa romanista sulle palle alte e sui calci piazzati. Sulle fasce, poi, la scommessa Cole non ha prodotto risultati positivi, così come alcuni guai fisici che hanno impedito a Maicon di garantire una buona continuità dio rendimento. Preoccupa, ma fono a un certo punto, Morgan De Sanctis, resosi protagonista di alcune disattenzioni, come quella col Sassuolo, costata cara alla squadra.
GARCIA DEVE – Il tecnico di Nemours deve continuare a percorrere la strada che ha intrapreso: scegliere almeno tre titolari fissi, se non quattro, per far sì che l’intesa tra i difensori cresca e generi i medesimi automatismi che l’anno scorso resero la retroguardia della Roma una delle meno perforabili d’Europa. Holebas e Maicon terzini, Manolas al centro con uno tra Astori e Yanga Mbiwa: Questi gli uomini che potrebbero costituire le fondamenta della rinascita della Roma di Garcia.
CENTROCAMPO BALLERINO – Mai come quest’anno, forse, la Roma ha avuto un centrocampo potenzialmente tanto eccezionale. Tanti uomini, giovani e di esperienza, tutti possibili titolari: De Rossi, Pjanic, Strootman, Nainggolan e Keita. Capitan futuro, nonostante qualche pecca, è sempre la solita roccia; il bosniaco, classe e talento cristallini, è cresciuto molto dal suo arrivo in Italia, nonostante gli manchi spesso un briciolo di carattere in più nelle occasioni importanti; l’olandese, grande assente per infortunio nello sprint finale dello scorso campionato, è tornato in campo motivato e deciso più di prima; il belga è stato sicuramente il miglior giocatore giallorosso di questo girone d’andata, per quantità e qualità; il maliano, assente in queste settimane per l’impegno in Coppa d’Africa, ha aggiunto al reparto l’esperienza internazionale che prima mancava. In cosa può migliorare dunque il reparto nevralgico del gioco giallorosso?
GARCIA DEVE – L’allenatore deve stabilire come schierare il reparto, se con un uomo davanti alla difesa e due interni pronti a far gioco e inserirsi, o se invece con due mediani a protezione della retroguardia, ed un terzo giocatore libero di muoversi e inventare tra le linee. I meccanismi difensivi non oliati mostrati dalla Roma nelle ultime uscite fanno pensare che la soluzione giusta potrebbe essere la seconda.
ATTACCO STERILE – Ben 7 gol in meno rispetto ad un anno fa: una cifra che fa rumore, soprattutto se rapportata alla mole di gioco che la Roma crea finché non arriva negli ultimi 35 metri. I giallorossi non riescono a trovare la via del gol con la stessa facilità dei primi mesi di questa stagione, soprattutto a causa di una dipendenza troppo marcata del reparto offensivo giallorosso dalle folate degli esterni, Gervinho e Ljajic su tutti. Il modo di attaccare della Roma non è più una sorpresa per le difese avversarie, che arginano lo sterile impeto dei giallorossi con un pressing tenace e cattivo, come fece in maniera superlativa il Bayern di Guardiola in occasione della sciagurata partita di andata nel girone di Champions.
GARCIA DEVE – Pochi dubbi: avanzando un centrocampista sulla linea dei trequartisti, il francese deve seriamente iniziare a pensare di schierare la Roma con il 4-2-3-1. Così facendo, lascerebbe liberi Totti o Destro di stazionare stabilmente negli ultimi metri, occupando i difensori centrali avversari e diventando un vero punto di riferimento per terzini e centrocampisti.
MERCATO TIMIDO – Non bastano gli acquisti in prospettiva di Mendez e Ponce a riscaldare l’ambiente giallorosso. Probabilmente non ci riuscirà nemmeno il riscatto della seconda metà di Nainggolan dal Cagliari, che appare vicino. E no, nemmeno la cessione di Destro, specie se compensata dall’acquisto di una punta di pari livello e magari meno giovane, farebbe felici i tifosi romanisti. La cessione definitiva di Jedvaj, che da terzino, posizione in cui sta giocando con ottimo profitto a Leverkusen, avrebbe fatto molto comodo a Garcia, è il simbolo di scelte non molto soddisfacenti della società negli ultimi tempi. Sabatini ha però dimostrato di avere sempre il colpo a sorpresa in canna e di saper agire sul mercato con maestria, supportato peraltro da mezzi non indifferenti.
GARCIA DEVE – L’allenatore deve continuare a supervisionare il mercato, dettando le scelte alla dirigenza. Dovrà spiegare al ds quali ruoli ritiene siano scoperti e individuare il colpo che oggi appare necessario per restituire entusiasmo alla piazza, che sia un terzino, un centrale difensivo o una nuova freccia all’arco dell’attacco.
Non ci sono dubbi, Garcia farà quel che deve. Poi quello che potrà, accadrà.
(twitter: @AlessandroPat)