Era la notte del 10 marzo 2009, la Roma di Luciano Spalletti con il sogno di potersi giocare la finale di Champions sul rettangolo verde dell’Olimpico ospitava l’Arsenal nel ritorno degli ottavi di finale. La gara d’andata l’avevano vinta i Gunners grazie ad un rigore di Robin Van Persie e i giallorossi potevano anche ritenersi soddisfatti vista la prova non eccelsa della coppia centrale composta da Mexes e Loria. Quella sera, all’Olimpico al centro della difesa non c’era Loria, ma c’era lui, Souleymane Diamoutene , centrale maliano portato in Italia dall’Udinese nel 1999 e divenuto famoso a Lecce nel 2004 (144 presenze tra A e B con i salentini) durante l’edizione salentina di Zemanlandia. Quella sera per Souleymane è stato il punto più alto della carriera. Il maliano, sfoderò una prova maiuscola, quasi fosse Aldair, ma alla Roma non bastò. I giallorossi vinsero 1-0 con gol del suo collega di reparto Juan ma fu l’Arsenal a passare il turno.
Dopo la parentesi romana, Diamoutene tornò in Puglia, ma non a Lecce bensì a Bari. Inutile stare a spiegare quale fu l’accoglienza riservatagli, è facile intuirlo visti i suoi importanti trascorsi salentini. Chiusa dopo appena 3 presenze la parentesi barese il maliano vaga tra Pescara, Sofia e Lecce che nonostante tutto resta la sua casa. Ora Souleymane ha 31 anni e la sua casa, quella calcistica, è diventata la serie D. Dopo aver contribuito nella passata stagione alla storica promozione della Lupa Roma (sì, la capitale è sempre nel suo destino) in Lega Pro, Diamoutene si sta allenando da pochi giorni con la Fidelis Andria squadra pugliese 1^ nel girone H del campionato di serie D. Chissà allora che il centrale maliano che in quella lontana sera di marzo pareva Aldair (a dirla come gli attoniti spettatori giallorossi di quel Roma-Arsenal) non possa scrivere un altra bella pagina di calcio, perchè che sia Champions League o serie D poco importa.