Filippo Inzaghi, tecnico del Milan

È calcio d’agosto, ma lascia segnali ovunque. E infondo all’inizio del campionato manca solo una settimana, perché sabato prossimo la Juve sarà di scena a Verona e seppur sarà Agosto la posta in palio sarà completamente diversa. E allora l’appuntamento di un sabato sera a Reggio Emilia, con tanta gente sugli spalti, può essere indicativo di un qualcosa, che se letto bene può andare ad aprire le porte alla lettura del prossimo campionato di Serie A.
Ha vinto il Milan. Non solo il trofeo, ma l’intera serata. Ha vinto sotto tutti i punti di vista. Ha battuto la Juve, steso il Sassuolo come se fosse la cosa più facile del mondo, sembra una squadra solida e ha ritrovato El Shaarawy, in gol. Ma non solo: ha anche trovato Menez ed Honda, uno appena arrivato e l’altro apparentemente rinato. Sperando non sia solo l’ennesima stella cadente sotto il cielo limpido di Agosto. L’ultima partita a Reggio Emilia fu l’inizio del disastro, con quel memorabile 4-3 che oggi sarà passato nella mente di qualcuno mentre Berardi tirava da 25 metri e rischiava di riaprire il match. Ma questo Milan sembra un’altra squadra. Ha la mentalità di Inzaghi, è quadrato, solido. Non ha concesso nulla, e appare come una squadra capace di aspettare e fare male.
La Juve non ha sfigurato. Le assenze pesanti di Buffon e Llorente si sono fatte sentire, ma non bastano come alibi contro due squadre che l’anno scorso sono arrivate più di 40 punti sotto in campionato. Nella prima partita la squadra di Allegri ha sbandato un po’ troppo in difesa, complice anche una forma tutt’altro che ottimale di Bonucci e Ogbonna, sempre più in difficoltà. Ma ha anche lasciato alcuni segnali positivi: un Pirlo in ottime condizioni, e Pogba ispirato. Oltretutto è tornato in campo Vidal, e già questo basterebbe per sorridere anche se è difficile valutare la prova del cileno nel complesso. Meno bene Giovinco, magari con la testa già al mercato?
Nella seconda partita la squadra di Allegri ha battuto meritatamente un Sassuolo apparso come poco pericoloso. I segnali più incoraggianti arrivano dai nuovi arrivi, buttati nella mischia, come Romulo e Pereyra, capace anche di andare a segno. Meno positivo il fatto che Allegri sia stato costretto a schierare Pepe come centravanti, per non affaticare Tevez e Giovinco, con gli altri due attaccanti alle prese con noie fisiche. Qualcuno già mormora sulla febbre di Llorente, ma questa Juve ha bisogno di un innesto nel reparto offensivo. Ed è lampante.
Il Sassuolo è un cantiere, probabilmente da qui all’inizio del campionato non cambierà molto ma Di Francesco ha voluto mischiare le carte e lasciare quanto meno segnali possibili. Un buon Kurtic sembra non bastare, così come non basta la velocità di Floro Flores. Ma è ancora presto, e il tecnico si complica la vita con i tanti cambi, indice anche di un interesse scarso verso la coppa e verso le possibilità di conquistarla.
Calcio d’Agosto, ma ancora per poco.