Alzi la mano chi da bambino non ha mai fatto la collezione delle figurine Panini. Ebbene si, ognuno di noi, ragazzi cresciuti con pane e pallone, almeno una volta nella vita ha scartato un pacchetto di figurine dei calciatori. Oggi “Storie di pallone” ha deciso di dedicare il suo appuntamento settimanale proprio a questo “gioco”, che nonostante passino gli anni, continua ancora a resistere alle mode e alle nuove tecnologie che avanzano. La storia dell’album delle figurine dei calciatori ha inizio nel 1960, quando i fratelli Panini, che qualche anno prima avevano aperto a Modena l’Agenzia Distribuzione Giornali Panini, trovarono a Milano un lotto di figurine invenduto delle edizioni milanesi Nannina. I due decisero di acquistarle, rivendendole in bustine di due figurine. Il successo fu immediato, milioni di vendite, tant’è che l’anno successivo decisero di utilizzare tutte le proprie risorse per creare la prima raccolta.

Dalla stagione sportiva 1961/1962 l’album Calciatori Panini esce regolarmente ogni anno, è entrato nelle case di milioni di italiani, e continua a farlo tuttora continuando una tradizione che si tramanda da ormai più di cinquanta anni. Scartare lentamente nella speranza di trovare la figurina mancante, attaccare con soddisfazione e accuratezza uno spazio rimasto vuoto troppo tempo, ma anche la delusione per l’ennesimo doppione da aggiungere al mazzetto che poi la mattina dopo porterai a scuola, con la speranza di provare a fare qualche scambio. Vere e proprie trattative per aggiudicarsi le figurine mancanti, e le più difficili da trovare. “Ti do Veron, Crespo e Batistuta se mi dai Maldini e Zanetti”, in quel momento ti sentivi un pò come un dirigente di calcio. I più accaniti ci buttavano sopra anche qualche moneta: “Mille lire e Zidane per Totti”, “No Totti ce l’ho, dammi il tuo Buffon. Tante amicizie sono nate con un: “ma tu lo fai l’album dei calciatori?”, e molte altre invece sono finite per una trattativa non andata in porto.

Con il passare degli anni molte cose sono cambiate. Una volta le figurine non erano autoadesive come lo sono oggi, erano semplici cartoncini, e bisognava avere a disposizione un bel pò di colla e un pennellino per poterle attaccare. Collezioni italiane dedicate a sport diversi dal calcio, soprattutto olimpici e individuali sono esistite fino a fine anni Settanta, ma l’avventura è durata poco. Ogni anno inoltre, il prezzo delle bustine aumenta e le figurine nei pacchetti sono sempre di meno. Nonostante questo, la passione degli italiani per questo gioco non è mai mutata. Completare l’album è una sfida che ogni bambino si pone all’inizio di una nuova stagione sportiva, e solo i più volenterosi riescono nell’impresa. Un tempo riuscirci era motivo di grande vanto, poichè era molto più arduo di quanto non lo sia oggi. Se infatti attualmente le figurine vengono prodotte in eguale quantità e distribuite in modo omogeneo dal computer, in passato la mescolanza avveniva a caso.

Qualche tempo fa Paolo Battaglia, che nel 2008 tenne al Museo della figurina di Modena una mostra sulle figurine sportive e raccontò che agli esordi, alla Panini le figurine venivano mischiate gettandole a palate contro il muro, non proprio quindi un metodo scientifico di distribuzione. La leggenda inoltre vuole che sia esistita un tempo una figurina rarissima, motivo di tanti album rimasti incompleti e del dispiacere di tanti bambini. Era il portiere dell’ Atalanta Pier Luigi Pizzaballa, la prima dell’album per via dell’ordine alfabetico delle squadre e del numero di maglia che era appunto l’uno. Molti hanno pensato che fosse una strategia per vendere di più, lasciare un vuoto proprio in apertura di collezione infatti induceva chiunque a comprare più bustine. In realtà invece, la rarità della figurina del portiere bergamasco, era dovuta a una circostanza casuale: quando il fotografo andò a scattare le foto della squadra nero-blu, il portiere era assente per infortunio e la sua immagine venne recuperata solo più tardi, quando parte della collezione era già stata distribuita. Ancor oggi Pizzaballa deve la sua fama soprattutto alla leggenda della figurina mancante. Intervistato qualche tempo fa, egli dichiarò: “Per i ragazzi valevo tre volte Gianni Rivera, che all’epoca era forse il calciatore più famoso e amato.

Il primo album della Panini, presentava come immagine di copertina Nils Liedholm con la maglia del Milan, mentro lo storico simbolo della Panini, rimarrà sempre quella della rovesciata del bianconero Carlo Parola, in un Fiorentina-Juventus degli anni cinquanta. Insomma, una favola lunga, fatta di tanti aneddoti e tante storie che raccontare in un breve articolo sarebbe impossibile. Una tradizione da continuare a portare avanti, di padre in figlio, di generazione in generazione. Le mode passano, le figurine dei calciatori Panini no.