Il Belgio batte gli Stati Uniti e conquista il quarto di finale al mondiale brasiliano. Finiscono 0-0 i 90 minuti, poi ai supplementari il Belgio va addirittura sul 2-0, per rischiare il pari finale dopo il gol di Green. Finisce 2-1 con gli uomini di Wilmots ai quarti.
Sono due belle rivelazioni, due sistemi calcistici in crescita costante. E Belgio-USA promette spettacolo. All’Arena Fonte Nova però va in scena una partita gradevole ma molto bloccata. Il primo minuto, forse, ci illude un po’: Origi si presenta tutto solo contro Howard, che ci mette una pezza. È la primissima emozione del match, ma per la seconda, sebbene il Belgio continui a giocare, bisognerà aspettare di un tifoso italiano per scuotersi. Gli Usa si fanno vedere per un tiro di Dempsey dalla distanza, ma il Belgio sfiora ancora il vantaggio con De Bruyne. Poi è bravo Beasley a salvare su Fellaini a pochi passa dalla linea di porta, dopo una bella azione belga. Prima dell’intervallo c’è il tempo per l’infortunio di Jhonson, sostituito da Yedlin al 32′. Nel finale di tempo capita una buona occasione a Dempsey.
La ripresa è un monologo belga, con Howard che si oppone in tutti i modi. Già al secondo minuto deve respingere un tentativo di Mertens di testa. Poco dopo è la traversa a dire di no a Origi, che di testa aveva battuto anche lo stesso portiere statunitense. La risposta degli Usa non è pericolosa, e Mertens di tacco sfiora il vantaggio. Cresce sempre più il Belgio, ma la porta sembra stregata. Gli Stati Uniti guardano, e tramano quella beffa che all’ultimo minuto sarà però solo sfiorata, per colpa di Wondolowski, che da buona posizione spara alto. Mirallas e Origi si servono a vicenda ma il problema è sempre il solito Howard. Quest’ultimo nel finale para anche su Kompany. È un muro. E porta i suoi ai supplementari.
Alla quinta partita (su 8) che finisce ai supplementari è ancora girandola di emozioni: ma al 3′ passa il Belgio. Lukaku, entrato da poco, al termine di una grande azione manda De Bruyne in gol da pochi metri. Il calciatore del Chelsea con un diagonale preciso manda in estasi Wilmots. Lukaku è in forma, nonostante le voci degli ultimi giorni, e crea situazioni pericolose, tra cui anche un tiro sul quale deve opporsi l’ottimo Howard. Gli Stati Uniti ci provano con Jones, ma la squadra di Klismann sembra quasi smarrita dopo la rete del vantaggio belga, complice anche l’aver passato l’intera ripresa a difendersi e ripartire. Il Belgio vive di lampi: Hazard manda Mirallas al tiro, ma è più bello il tacco del trequartista che il tiro.
È la serata di Lukaku, a lungo criticato per le prime tre partite, soprattutto in patria. L’attaccante dell’Everton realizza anche il raddoppio e chiude il match. Trascina i suoi, impenna la propria valutazione di mercato, e si prende la propria rivincita. È anche il miracolo di Wilmots, che ancora una volta cambia il match con gli ingressi in campo a partita in corso. Ma Klinsmann non vuole essere da meno: allora butta nella mischia il giovane Green, che ci impiega qualche minuto a riaprire il match e realizzare il 2-1. Deve fare i conti con Lukaku, ma ci pensa ancora Howard a tenere in gioco i suoi, dopo una serpentina ubriacante dell’attaccante belga. Ma il secondo tempo supplementare è davvero l’apoteosi della bellezza del calcio: gli Stati Uniti al termine di uno schema semi-geniale liberano Dempsey per il tiro, ma Curtois fa un miracolo. È l’ultima vera occasione per gli Stati Uniti, poi è il Belgio a far festa per il passaggio del turno. Dopo 120 minuti di calcio vero. E adesso c’è l’Argentina.