Punta di diamante di Sky e condirettore di Sky Sport con delega al notiziario sportivo più noto d’Italia, Sky Sport 24. Parliamo di Fabio Caressa (foto deejay.it), che in un bollente lunedì mattina, affronta con la redazione di blogdisport.it gli argomenti principali del mondo del calcio. Dal duello Tavecchio-Albertini alla nuova riforma della B, passando per la Serie A che verrà e alcune curiosità tra Bari e West Ham.
Tavecchio e Albertini, è corsa a due. Ma il primo ha perso parecchi punti.
“Credo che se si deve cambiare, si deve cambiare davvero. Bisogna fare nomi nuovi e chiamare persone che sono state in questo mondo per così tanti anni non può rappresentare un cambiamento. Noi non prendiamo una posizione, ma credo che all’orizzonte non ci sia nulla di nuovo. Noi come Sky abbiamo sempre detto di desiderare cambiamento e non penso che Tavecchio rappresenti quest’idea”
A proposito di política calcistica. Oggi si decide per la Serie B: a ventuno non è un fallimento?
“Ma il fallimento più grande sono le regole che non si rispettano. In questo paese dovrebbero esserci delle regole da rispettare. E se ci fossero delle regole da rispettare va bene anche la B a ventuno. Devo dire che da Abodi, rispetto alla partenza che ha avuto, mi sarei aspettato dei passi avanti diversi”
E intanto le morti calcistiche continuano.
“Continuiamo a vedere fallimenti in tutte le leghe. In B c’è il Siena, la Lega Pro si è distribuita in tre gironi e nei Dilettanti sono state perse mille squadre negli ultimi anni. E questo la dice lunga. Bisogna cambiare qualcosa, a livello di impegno e di mentalità. E non è certo con Tavecchio e quelli che lo sostengono che ci potrà essere un cambiamento. La tendenza mi sembra di mantenere questo status quo ed è inaccettabile tutto questo”
Il fondo del tunnel sembra ancora troppo lontano.
“Non c’è dubbio. Se non saranno fatti passi avanti nel rispetto delle regole, a tutti i livelli, e in una nuova definizione del calcio italiano le cose non potranno che peggiorare. I soldi che arrivavano dalle televisioni e del merchandising prima venivano reinvestiti sul mercato. La Roma comprava dalla Juve, la Juve dal Milan e così via. Oggi la tendenza è: pagare i procuratori e fare arrivare stranieri con il parametro zero. Dunque arrivano soldi nel sistema che escono subito”
La Juve riparte da Allegri. Aldilà delle amichevoli poco indicative: ci sarà più equilibrio in Serie A?
“Storicamente Allegri impiega qualche settimana a mettere apposto la squadra. Oltre al fatto che l’ha presa all’improvviso e questo può essere un aspetto da valutare. Per me restano i favoriti per il campionato, ma concentreranno gli sforzi in Europa dopo tre titoli vinti consecutivamente”
Ma il gap dalle altre si è ridotto?
“Diciamo di sì. Io vedo Roma, Napoli e Inter vicine alla Juve”
Intanto l’Inter sul mercato sta facendo passi importanti.
“L’Inter si muove con oculatezza e lo farà con un tecnico di esperienza. Non sarà una squadra spettacolare, ma sarà concreta”
Il Milan passa a Inzaghi. Provocazione: non sarebbe stato meglio proseguire con Seedorf a questo punto?
“Il Milan ha tanti punti interrogativi e mi sembra proceda a tentoni”
Serie B: occhi puntati sulle retrocesse, ma attenzione al Bari. Ha visto che entusiasmo?
“C’è grande entusiasmo attorno a Paparesta. Conosco Bari e merita la Serie A, c’è un grande amore attorno al calcio in questa città. Sono stati umiliati nelle ultime stagioni e spero possano risalire in A con Paparesta”
A proposito di Bari: il 4 settembre la nuova Nazionale riparte da lì. A chi si deve affidare l’Italia?
“Mancini”
E Conte è inadatto per la Nazionale?
“È molto adatto, ma non penso abbia interesse adesso. Vorrà fare esperienza all’estero”
A proposito di estero: seguiamo il West Ham che al termine della stagione perderà Upton Park. Crolla un pezzo di storia.
“Sì, però è anche vero che le squadre inglesi hanno creato movimento dopo i cambi di stadi. Fu polemica per l’Arsenal che si spostò a Emirates. Ma gli inglesi sanno fare le cose per bene e considerano lo stadio come un elemento importante per guadagnare. Perde un pezzo di storia, è vero, ma bisogna tenere conto delle fortune economiche che possono derivare da tanti aspetti e che possono incidere in maniera decisiva sulla storia di una società”