Tiger Woods

Prosegue senza sosta la parabola discendente di Tiger Woods: dopo il tramonto da atleta, l’ex campione di golf deve affrontare la ben più dura sfida contro le sue stesse dipendenze. Da farmaci, innanzitutto.

Esami tossicologici hanno evidenziato che lo scorso 29 maggio, quando fu arrestato dalla polizia “under the influence”perché verosimilmente in stato confusionale mentre era al volante della sua vettura in Florida, aveva in circolo ben cinque diversi farmaci: Woods aveva assunto Vicodin, Dilaudid, Xanax, Ambien e Thc, un mix di potenti antidepressivi, antidolorifici e sonniferi che l’avevano indotto in quello stato.

Non alcool o droghe, dunque, come si supponeva in un primo momento, ma sostanze legali, come lui stesso aveva assicurato appena ripresosi da quell’accaduto. “Avevo provato a curare da solo il mio dolore alla schiena e una serie di problemi legati all’insonnia ma mi sono reso conto che è stato un errore farlo senza l’aiuto di un medico, le parole dello statunitense, il quale potrebbe ora essere condannato ad una pena di un anno più cinquanta ora di servizi sociali che potrebbero aiutarlo ad uscire dal tunnel in cui è precipitato.

L’ormai quarantaduenne californiano viene tuttora giudicato come il più grande golfista di tutti i tempi: nel corso della sua carriera ha vinto 106 titoli professionistici, quattordici dei quali Major (l’unico ad averli vinti tutti e quattro nello stesso anno), oltre ad aver occupato per 683 settimane la prima posizione del ranking mondiale, di cui 281 consecutive tra il 2005 e il 2010.

È stato il primo sportivo ad aver guadagnato un milione di dollari tra montepremi dei tornei e sponsor, ma purtroppo per lui tali somme di denaro non sono bastate per assicurargli un futuro tranquillo ed agiato. Auguriamo comunque a Tiger Woods di riprendersi al più presto e di ritrovare se stesso con l’aiuto della famiglia e degli amici.