Già l’aver appeso le scarpette al chiodo con un pizzico di amaro in bocca aveva significato tanto nell’ambiente giallorosso, ora Francesco Totti è pronto ad un passo ancor più netto: lasciare la sua Roma e dismettere il suo ruolo da dirigente, dedicandosi interamente ad altri progetti.
È giunta l’ufficialità da parte dell’eterno Capitano e nelle prossime ore una conferenza stampa, presso il Salone d’Onore del Coni, chiarirà tutti i dettagli. Il Pupone spiegherà il perché di questa scelta ponderata, giunta poche settimane dopo che un altra colonna del club romano, Daniele De Rossi, aveva a sua volta annunciato di voler (dover) lasciare la sua amata squadra.
Alla base di tutto c’è il contare poco tra gli uomini dirigenziali della Roma. Già aveva detto che non gli era andato giù il fatto di non essere neppure stato messo al corrente della scelta di Fonseca come allenatore, poi sono giunte le parole del Presidente James Pallotta a gettare benzina sul fuoco.
Il patron del club aveva fatto appunto intendere come il ruolo svolto da Totti fosse tutt’altro che indispensabile e aveva oltretutto rilasciato chiari apprezzamenti a Sabatini, l’ex direttore sportivo.
E così, per porre una volta per tutte fine al rapporto con la dirigenza americana, che non è mai stato idilliaco, ecco la decisione più drastica, quella di troncare con la squadra che ha inequivocabilmente segnato la sua intera carriera, che l’ha fatto diventare un campione, che l’ha fatto amare dalla gente.
Troppo stretto un ruolo più che altro simbolico, ma che nel pratico non gli permette di far nulla; troppo stretto per un ex calciatore che ha contribuito a scrivere venti anni di storia giallorossa che, in ogni caso, non potrà essere cancellata, tantomeno nel cuore dei tifosi.