Per la prima volta nella storia, gli Australian Open si tingono d’azzurro. Non nella gara pro’, in cui a contendersi il titolo sono i due mostri sacri Novak Djokovic e Rafael Nadal, bensì tra gli juniores, dove Lorenzo Musetti alza meritatamente al cielo il trofeo.
Alla seconda finale Slam consecutiva, arriva il grande colpo. Lo scorso settembre, agli US Open, Lorenzo Musetti si arrese solamente all’ultimo atto prima della vittoria, ma stavolta sul cemento di Melbourne non c’è avversario che tenga: in semifinale batte in un derby tricolore Giulio Zeppieri, mentre in finale è la volta dello statunitense (anch’egli di chiare origini italiane) Emilio Nava, che capitola dopo tre lunghi set con il punteggio di 46 62 76 (12), dopo oltre due ore di gioco.
L’Italia ha forse trovato un grande giocatore destinato a compiere importanti imprese anche tra i grandi. È presto per dirlo, perché la storia insegna tanti precedenti avversi, ma evidentemente due finali Major consecutive non sono cose da tutti e venire qui, in Australia, dove notoriamente il nostro gioco è poco fluido perché più incline alla terra, e domare gli avversari con tanta maestria, è sinonimo di forza, talento e classe.
Come già detto, per l’Italia si tratta del primo trionfo agli Australian Open, dal momento che, prima di lui, Thomas Fabbiano nel 2007 e Filippo Baldi nel 2013 si erano fermati entrambi in semifinale. Per l’Italia si tratta, invece, dell’undicesimo Slam a livello junior su diciotto finali disputate: l’ultimo successo risale al 2013, quando Gianluigi Quinzi si impose nientemeno che a Wimbledon.
Seguito da coach Giacomo Tartarini al Circolo Tennis Spezia, Lorenzo Musetti è parte del progetto federale di Tirrenia che punta a sfornare talenti italiani di livello internazionale. Partito come testa di serie numero uno, quindi come principale favorito, ha saputo mantenere fede alle attese ed aggiudicarsi il prestigiosissimo titolo. Sperando che sia solo l’inizio di una folgorante carriera.