«Cacciate i violenti dagli stadi e ne gioveranno tutti». E’ questo il pensiero di una parte della popolazione italiana dopo i deprecabili episodi di sabato scorso prima della finale di Coppa Italia tra Fiorentina e Napoli. In questi giorni stiamo assistendo a varie versioni su quello che è accaduto a pochi chilometri dallo stadio “Olimpico”, che ha causato il grave ferimento di Ciro Esposito, sostenitore partenopeo tuttora ricoverato in ospedale. C’è chi chiede risposte immediate al Governo dopo la tragedia sfiorata, puntando il dito sul mondo ultras, considerato il male maggiore del calcio italiano.
Addirittura vengono chiesti provvedimenti restrittivi per il tifo organizzato, con l’eliminazione dei vari gruppi ultras e degli striscioni all’interno degli stadi. Opinioni non molto condivisibili poiché, quelle persone considerate “criminali” dalla maggior parte dell’opinione pubblica, si rendono protagonisti ogni giorno di gesti che con la violenza non hanno nulla a che fare. Si menziona, ogni qualvolta si susseguono avvenimenti rissosi, il modello Thatcher, la “dama di ferro” capace di debellare il fenomeno violenza dagli stadi inglesi.
Pochi sanno, però, che l’ex primo ministro del Regno Unito, a causa della sua mancanza di attenzione, provocò, insieme alla polizia, anch’essa protagonista di negligenze, la tragedia di Hillsborough, nella quale persero la vita ben 96 persone prima della semifinale di FA Cup tra Liverpool e Nottingham Forest. A distanza di molti anni, infatti, la verità venne a galla e si scoprì che la strage venne strumentalizzata per orientare favorevolmente l’opinione pubblica britannica verso una stretta repressiva nei confronti degli “hooligans”, successivamente portata avanti dal governo dell’allora primo ministro Margaret Thatcher ed avallata dalle conclusioni del “rapporto Taylor”.
In definitiva, non furono i supporter dei “Reds” a provocare la disgrazia, bensì il pessimo lavoro della Polizia di South Yorkshire.
Dunque, chi invoca il pugno duro simile a quello della “Iron Lady”, dovrebbe quantomeno informarsi sui benefici portati dalla donna britannica. Nell’ex “Bel Paese” il problema violenza negli stadi si risolverebbe con il dialogo civile tra le parti, istituzioni da una parte e tifosi dall’altra, con proposte costruttive e non di repressione. Questi ultimi provvedimenti, poi seguiti da Daspo e ciò che ne consegue, non chiariscono i grattacapi, anzi ne fanno nascere altri di difficile soluzione. Siamo d’accordo con il carcere, anche perché chi si reca allo stadio per picchiare, arrecare danno al “rivale” sportivo di turno, non meriterebbe la definizione di tifoso, ma quella di idiota a tutti gli effetti. Siamo altresì, convinti, comunque, che non si debba generalizzare il tutto con una frase “Fuori gli ultras dagli stadi”. E’ come se in un concerto di una famosa band musicale manchi il cantante principale. Cosa direste?