La vittoria della Juventus sull’Olympiakos è la vittoria di Allegri su tutto. E tutti. Per svariati motivi: dalle critiche ricevute negli ultimi giorni all’essersi liberato, forse definitivamente, del fardello dell’eredità di Conte. Il paragone esisterà sempre, ma la Juve ieri sera ha convinto in campo europeo, e ha ridato speranza a chi si sentiva già con due piedi fuori dalla massima competizione continentale. La Juve è viva, e ha vinto due partite in Champions, cosa che l’anno scorso non riuscì nemmeno dopo l’intera fase a gironi.

L’ha vinta sotto tutti i punti di vista. La squadra era preparata bene, ed era carica al punto giusto. Bonucci che dopo 7 minuti si catapulta sul pallone per battere velocemente una rimessa laterale in difesa è l’emblema di come la Juve sia entrata in campo per aggredire l’avversario e vincere. Mentalmente. Ma anche tatticamente. I bianconeri occupano il campo bene, e aggrediscono tutti gli spazi. Si crea qualche buco centrale tra Pirlo e la difesa, ma l’Olympiakos non ne approfitta praticamente mai. In cinque semplici mosse Allegri conquista una vittoria che vale oro.

#1 LA DIFESA A 4 – Sveliamo un dubbio: Ogbonna aveva recuperato ed era a disposizione. La scelta della difesa a 4 è dovuta ad un fattore puramente tattico ed è svincolata da infortuni e problemi analoghi. Voleva passare a 4, e ci lavorava da tanto. Trova il coraggio di farlo nella partita fino ad ora più importante. Non è da tutti.

#2 ASAMOAH TERZINO – La difesa a 4 era stata già provata con Ogbonna a sinistra. Era andata così durante Sassuolo-Juve, a partita in corso, e fu così addirittura l’anno scorso in Champions con Conte. Allegri non ha dubbi: vede bene Asamoah terzino e la scelta lo premia. Il ghanese fatica poco in copertura e in fase di spinta è una costante. L’evoluzione può essere completata?

#3 LO SCHIERAMENTO DEI CENTROCAMPISTI – Quando la Juve aveva giocato con la difesa a 4 nelle ultime uscite aveva provato un 4-4-2 con due esterni alti chiaramente adattati. Allegri torna all’esordio di Verona e vuole il “falso trequartista”. Lo fa fare a Vidal, ma i centrocampisti lavorano bene anche nello scambiarsi i ruoli. Tanto che arrivano tutti spesso al tiro, e con 1 trequartista e 2 punte è tutt’altro che scontato.

#4 I CAMBI DI GIOCO – Un chiaro ordine dalla panchina: quando alzano il pressing effettuiamo un cambio di gioco. Lo dice Allegri, lo prova a Vinovo e lo pretende allo Stadium. Sulla trequarti se ne vedono tanti, e Lichsteiner ed Asamoah sugli esterni riescono ad allargare le maglie della difesa greca. Copione ripetuto, e riuscito.

#5 LE SOSTITUZIONI – Allegri si conferma un maestro nella lettura della partita. Le sostituzioni sono azzeccate, praticamente tutte. Ed è soprattutto corretto il tempo della prima sostituzione, quando toglie uno spento Morata (scelto da lui per lo stato di forma) per inserire Llorente. Quest’ultimo cambia la partita, rivelando la correttezza del cambio. E poi c’è Padoin terzino. Quando sembrava quasi scontato un ritorno alla difesa a 3 bloccando Lichtsteiner come interno destro di difesa.

Da applausi, e che non rimanga un caso isolato.