La 765esima volta non si scorda mai: no, non stiamo dando i numeri, ma il numero. 765 come le partite giocate da Xavier Hernández Creus, meglio conosciuto come Xavi, con la maglia del Barcellona in oltre tre lustri di carriera: 172 presenze nelle competizioni europee, oltre 500 caps nella Liga, 23 trofei (8 scudetti, 3 Champions League, 6 supercoppe di Spagna, 2 Coppe del Re, 2 Supercoppe europee e 2 Mondiali per Club, più due Europei e un Mondiale con la maglia della nazionale) vinti e altre due finalissime nel mirino.
Ieri pomeriggio, nel 2-2 contro il Deportivo La Coruna, che ha rappresentato il saluto della squadra al “Camp Nou” per festeggiare la vittoria del campionato, il magnificente impianto catalano aveva una sola icona: quella enorme, stagliata su un intero settore dello stadio, ritraente Xavi in divisa blaugrana. E giù lacrime, ricordi, saluti: «E’ stato un onore rappresentarvi per tutti questi anni, ho giocato nel club più importante del mondo. E’ casa mia e tornerò qui, non c’è dubbio. Come allenatore o direttore sportivo, questo si vedrà. E’ una decisione difficile ma è il momento giusto di andarsene» il commento commosso del geniale centrocampista, che il 18 agosto 1998 aveva fatto il suo debutto da titolare segnando contro il Maiorca nell’andata di Supercoppa di Spagna di lì una storia infinita, di classe, orgoglio e qualità. Ha rifiutato un contratto fino al 2018, dicendo sì alla mente e al fisico e no al cuore.
A 35 anni Xavi ha dato l’addio al Barcellona per una pensione dorata nell’emirato. Giocherà nell’Al Saad di Doha. Prima però potrebbe centrare altri due traguardi: la Coppa del Re (finale sabato contro l’Athletic Bilbao) e la quarta Champions (sfida il 6 giugno contro la Juve). Che il meglio debba ancora venire? A Bilbao e Torino sono concesse letture con gesti apotropaici al seguito.
Giornata di tributi: quello del Camp Nou a Xavi è da brividi.
Posted by Chiamarsi "Bomber" tra amici senza apparenti meriti sportivi on Sabato 23 maggio 2015
(Twitter: @GuerraLuca88)