Maurizio Zamparini esonera se stesso. Dopo aver allontanato, nel corso della sua attività di Presidente, decine e decine di allenatori, stavolta il vulcanico numero 1 del Palermo decide di farsi da parte: tra quindici giorni la squadra siciliana avrà un cambio di proprietà.
Da un paio d’anni si paventava la possibilità di cedere la società a nuovi investitori. Stavolta pare che le operazioni siano effettivamente concluse, così nel giro di due settimane sarà indetta una conferenza stampa che svelerà tutti i dettagli della trattativa condotta segretamente. Ancora ignoti i nomi che fanno capo al nuovo gruppo; nota, invece, la provenienza, che sarà anglo-americana. Secondo quanto dichiarato dall’attuale Presidente, l’obiettivo prefissato assieme ai nuovi dirigenti sarà quello di riportare, nel giro di tre-cinque anni, la squadra a poter competere per un posto in Europa.
Finisce, così, un’era durata quindici anni esatti: era il 2002, quando il settantacinquenne imprenditore friulano, già proprietario dal 1987 del Venezia Calcio, decise di acquistare il Palermo, rilevando le quote di maggioranza da Franco Sensi. Nel 2004 arrivò la sospirata promozione in Serie A e, per cinque delle sette stagioni seguenti, i rosanero riuscirono a qualificarsi per la seconda competizione europea, la Coppa Uefa (oggi Europa League), risultato mai raggiunti prima dagli isolani. E la gestione Zamparini si dimostrò molto oculata anche dal punto di vista finanziario: nell’anno 2009 il Palermo fu la migliore squadra in Serie A per bilancio attivo.
Traguardi rilevanti, ma che devono fare il paio con il carattere a dir poco esigente nei confronti degli allenatori ingaggiati: in quindici anni di Palermo ha avuto ventinove allenatori diversi. Detiene, poi, il primato di aver esonerato (per ben due volte) due allenatori dopo una vittoria in campionato (Giuseppe Iachini e Davide Ballardini i malcapitati) e di aver effettuato ben otto cambi in una sola stagione (quella 2015-2016).
La stagione corrente si sta rivelando la più difficile dopo quella che ha portato la squadra alla retrocessione nel 2013: comunque vada, questa sarà l’ultima per un Presidente che, a modo suo, ha contribuito a scrvere la storia del calcio italiano.