Zanetti ha salutato il calcio giocato e soprattutto tutti coloro che hanno creduto in lui e nella squadra. L’argentino, impegnato ora nel ruolo di Vice Presidente dell’Inter, ricorda sulle pagine del numero 3051 di Topolino, il settimanale dedicato ai fumetti Disney amato da grandi e piccini, i momenti belli e quelli meno belli passati in nerazzurro.
Il tutto per Javier Zanetti è partito da Disneylandia, ovvero lo sterrato del barrio Dock Sud di Buenos Aires dove è cresciuto, e che veniva chiamato dai ragazzini proprio come il regno Disney. Aveva le porte fatte con sassi e libri di scuola. Tuttavia, l’argentino sottolinea che prima del piacere del gioco per lui c’era il dovere, dal momento che raggiungeva gli amici dopo aver studiato e fatto i compiti.
E poi hai iniziato a lavorare. “Quando l’Independiente decretò (a ragione) che ero troppo gracile per giocare, affiancai mio padre, muratore. Non per punizione, ma perché nella vita bisogna fare. Fu un’esperienza magnifica, e capii i sacrifici di papà e mamma“. Reagì così Zanetti a un rifiuto, con la buona volontà e lo spirito di sacrificio che lo hanno sempre contraddistinto. E col tempo i risultati lo hanno premiato.
Il calcio è stato e sarà ancora la sua vita, così come l’Inter la sua famiglia, perché essere interisti è speciale “Tutti hanno fede e amore per la loro squadra, ma noi di più. E quando abbiamo sofferto siamo stati capaci di essere ancora più interisti e questo fa la differenza. Le difficoltà, quando le sai affrontare sanno aiutarti. Parlo per me, ho passato momenti bui in cui anche se lavoravo tanto non arrivavano le vittorie e quando sono arrivate, le ho vissute facendo festa con gli stessi tifosi che prima avevano pianto con me“.
Il topo più famoso del mondo non poteva fare a meno di parlare degli altrettanto celebri capelli di Zanetti, che nei panni del personaggio dei fumetti prende il nome di Zampetti.
Come fai a finire ogni partita… sempre pettinato? “Non lo so! I miei capelli sono speciali, non si muovono! Se un giorno volessi spostarne uno dalla parte opposta a dov’è, ci credete che non obbedirebbe?!”