La Juventus non dovrà versare al Chelsea un risarcimento di 22 milioni di euro per il tesseramento di Adrian Mutu in Italia dopo la squalifica per doping dell’attaccante rumeno, risalente al 2004. In Corso Galileo Ferraris possono così sorridere per la pietra tombale apposta sulla vicenda dal Tribunale per l’Arbitrato Sportivo di Losanna, diffusa con una nota ufficiale dal club bianconero: “A seguito delle notizie circolate nelle ultime ore, Juventus Football Club S.p.A, conferma che in data odierna il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna -si legge nel comunicato- ha notificato il lodo arbitrale in merito alla vertenza che ha contrapposto il Chelsea F.C. alla Juventus in merito al tesseramento di Adrian Mutu. Il lodo arbitrale ha respinto integralmente le pretese avanzate dal Chelsea F.C., condannando lo stesso al pagamento delle spese di giudizio. Tale decisione non ha alcun effetto sul bilancio di Juventus Football Club S.p.A., poiché la società, consapevole delle proprie buone ragioni, non aveva ritenuto di procedere ad alcun accantonamento al fondo rischi per controversie in corso”.
Mutu era arrivato in bianconero nel 2005, ma la vicenda ha il via il primo agosto 2003, quando l’attaccante-allora 26enne arrivò a Londra dal Parma. 13 mesi dopo, risultò positivo alla cocaina in un controllo interno al club: la Fa punì Mutu con sette mesi di stop e 20 mila sterline di ammenda, ma il Chelsea optò per la rescissione del contratto. Lì subentrò Luciano Moggi, allora dg bianconero, che offrì un quinquennale al calciatore e lo parcheggiò al Livorno, avendo già tesserato gli extracomunitari stagionali: i labronici tesserarono Mutu, che nella stagione 2005-2006 giocò 33 partite in bianconero (7 gol), ma il 7 luglio 2006 fu ceduto alla Fiorentina. Il Chelsea aveva impugnato il passaggio dell’attaccante rumeno ai bianconeri, richiesta prima accolta dalla Dispute Resolution Chamber (la Camera di risoluzione delle vertenze). L’accusa degli inglesi era quelle di aver tesserato il calciatore prima della sua rescissione: i legali italiani hanno invece evidenziato il contrario. Bianconeri e amaranto erano stati condannati a dividersi un risarcimento al Chelsea di 17,7 milioni di euro, saliti ormai a 22 circa per via degli interessi. Cifre che oggi rientrano virtualmente nelle casse di piemontesi e toscani.
(Twitter: @GuerraLuca88)