Davvero pochi si aspettavano un Milan così. A dire il vero però qualcosa nell’aria c’era, si pensava infatti che la squadra rossonera quest’anno senza Coppe potesse far bene, qualora il nuovo tecnico Inzaghi fosse riuscito a dargli un’impronta nuova e fornire nuovi stimoli. Se fosse andato tutto per il verso giusto insomma avrebbe davvero potuto ripercorrere le orme della prima Juventus di Antonio Conte. Per certi versi infatti proprio a quella squadra il nuovo Milan si ispira. La fame negli occhi dei giocatori è qualcosa che i tifosi rossoneri non vedevano da anni, ed è uno dei valori principali che una squadra moderna deve avere, capace a volte di sopperire anche a limiti tecnici. La stessa fame che sembra aver perso il Napoli, incredibile a dirsi in uno stadio caldo come il San Paolo, la stessa fame che ancora caratterizza la Vecchia Signora anche se di Allegri, quella che sembra essere tornata finalmente a Milano su entrambe le sponde.

Dal punto di vista tattico però il Milan davvero offre degli interessanti accorgimenti. Si era parlato la scorsa settimana dopo le due importanti prestazioni della nostra Nazionale e in particolare della coppia d’attacco Immobile-Zaza del probabile tramonto del falso nueve di Guardiola, e poi tac…una settimana dopo ci troviamo ad osannarlo di nuovo. Partendo dal chiarire che il cosiddetto falso nueve originale rappresenta per dirla in breve un centrocampista con spiccate doti offensive schierato praticamente in attacco (Messi, Fabregas, Iniesta), non dobbiamo dimenticarci però che deve avere delle caratteristiche particolari. Il giocatore deve essere infatti agile e capace in fase di non possesso di tornare sulla linea dei centrocampisti e in fase di possesso palla svariare su tutto il fronte d’attacco e non disdegnare di venirsi a prendere il pallone fino a metà campo. Lo scopo principale è quello di non dare riferimenti alla difesa avversaria inducendola così all’errore. Per quanto riguarda la Nazionale sembra quasi che Conte abbia adottato un’evoluzione del falso 9, infatti le due punte partecipano entrambe alla fase difensiva e si alternano invece nel venire a giocare sulla trequarti giocando magari di sponda e nel partire in profondità. Questa sfumatura a dire il vero c’era già con Guardiola, anzi a dirla tutta c’è sempre stata, il calcio non lo scopriamo adesso, il merito di Pep è stato quello di formalizzarlo e inserirlo in uno stile di gioco rivoluzionario come il tiki-taka.

Ma torniamo al Milan. Menez infatti incarna perfettamente il falso nueve originario e per chi non avesse ancora capito di cosa si tratta, lo invitiamo ad osservare attentamente i movimenti del jolly francese nella gara di domenica sera. Menez lo abbiamo visto sulla fascia intento a crossare, in cabina di regia a metà campo per lanciare i terzini, scattare in profondità sui lanci dei compagni, giocare di sponda e fare 2 gol, di cui uno spettacolare. Senza dubbio il fattore novità fa la sua parte, dopo anni in cui il Milan post-Ancelottiano era abituato a giocare più o meno nello stesso modo, una novità tattica come questa può davvero sconvolgere le difese avversarie, e potrebbe volerci del tempo per abituarsi, la Juve è alla finestra.

Dal punto di vista tattico però questo Milan più che alla Juve sembra rifarsi alla Roma di Garcia, vediamo perchè. Oltre al già più volte citato fattore novità, la squadra giallorossa spesso gioca con un 4-3-3 senza punte di ruolo (a parte Destro) e si sviluppa in manovre rapide ed ampie sfruttando le numerose sovrapposizioni dei terzini. Il Milan se ne differenzia, oltre che per l’evidente inferiore qualità a metà campo, soprattutto per la posizione più stretta degli esterni di attacco che dialogano con il falso nueve, alternandosi i ruoli, e aspettano gli inserimenti di terzini e centrocampisti. Le ali della Roma partono invece molto larghi anche per le migliori qualità nel dribbling e la maggiore velocità che si ritrovano (Gervinho, Iturbe, Ljajic). Gli esterni nel calcio attuale sono fondamentali. Ne sa più di qualcosa la Juventus che proprio a causa del 3-5-2 e quindi l’assenza di alternative sulle fasce, la mancanza del terzino che sopraggiunge sovrappondendosi sulla fascia per dare man forte all’esterno che sta puntando, in Europa non ha mai sfondato. Inzaghi dunque ha saputo plasmare al meglio un modulo che rispecchia in pieno le qualità dei giocatori a disposizione. Anche il centrocampo, molto arcigno e molto stretto, dovrebbe permettere di sopperire alle sgroppate dei terzini, costituendo una sorta di muro davanti alla non poco ballerina difesa. Ma a dire il vero la presenza di 2 punte, Torres e Pazzini, fanno pensare ad un ulteriore e naturale sviluppo. Il passo successivo indubbiamente sarà il 4-2-3-1, ma non si sa quando, come e perchè, per ora il falso nueve offre troppe garanzie e le condizioni fisiche dei 2 attaccanti di ruolo per ora rinviano questa ipotesi.