Solamente due giorni fa il presidente del CONI Malagò esternava con grande rammarico il suo disappunto per un campionato di calcio (la Serie A) che non è più all’altezza della storia che ha scritto con sacrificio e devozione nel tempo.
Le uniche due formazioni a salvarsi, per lui, sono la Juventus con l’ottima gestione Agnelli al seguito, e la Roma con la cordata americana capitanata da un tizio che l’italia non ce l’ha solo nel sangue, ma anche nel cognome: James Pallotta.
Ed è proprio Pallotta, che quasi in un susseguirsi di botta e risposta, ha parlato del progetto Roma e in particolare del nuovo stadio che è sempre più l’obiettivo primario della presidenza per far diventare grande la società giallorossa: “Abbiamo acquistato un asset decisamente sottovalutato: stiamo parlando di Roma, una delle più grandi città di sempre. Se riusciremo a costruirlo nei tempi previsti, avremo un grande vantaggio su molte rivali, non solo in Italia, ma anche nei confronti delle altre squadre in Europa”
Parole di speranza che scuotono l’ambiente capitolino. La città è in fermento e dalla presentazione del progetto in stile Colosseo i tifosi già si sentono come novelli gladiatori. Analizzando le parole più nel profondo però vengo avvolto da un velo di rammarico. Perché Roma è sottovalutata?
Stiamo parlando di una società che, come dice il presidente, ha sede in uno dei poli turistici più importanti del mondo, con una storia millenaria fatta di gloria. Una città che può vantare ben due squadre nella massima serie e che danno vita, nel bene e nel male, a uno dei derby più belli del pianeta per calore e colori. Allora perché, e scusatemi se sembrerò ripetitivo, uno sceicco o un magnate russo sceglie il PSG, il Manchester City, il Monaco o il Malaga per investire fior fiori di milioni? La risposta è sempre la stessa. Purtroppo. Il tutto è frutto di anni di politiche autodistruttive: i grandi investitori sono ricchi, non scemi.
Chi Roma la vive, la conosce bene, con gli occhi lucidi scrivo queste righe. Vedere la propria casa deturpata e lasciata morire. Le strade si trovano in condizioni fatiscenti, sembra di correre un Rally. Il sistema di trasporto pubblico spesso è un miraggio. Capita poi, per caso, di imbatterci nel Colosseo, di goderci un tramonto sul al Pincio o vedere il lontananza “er Cupolone”. Siamo inguaribili romantici, di colpo ci scordiamo di tutti i problemi…