Il 69° Gran Premio della Liberazione e il 20° Trofeo Lazzaretti: la prima è la Classicissima di primavera degli under 23, il secondo una competizione di primissimo piano riservata alla categoria juniores. Gli organizzatori delle due manifestazioni, quest’anno, hanno unito le forze per dare vita ad una vera festa del ciclismo. Un attrezzatissimo villaggio di partenza: biciclette e birilli per gli slalom dei più piccoli, punto ristoro e stand espositivi. Sulla strada due corse, stesso percorso ma quindici tornate per gli juniores e ventitré per gli under 23. Al mattino il Trofeo Lazzaretti, al pomeriggio il Gran Premio della Liberazione.
Sullo sfondo di uno scenario suggestivo come le Terme di Caracalla vi è una sorta di passaggio di consegne, con i ragazzi della categoria juniores che, scesi dalle bici, hanno potuto assistere ad una competizione prestigiosa come il Liberazione, vedere da vicino il dilettantismo, interagire con “i più grandi” e ammirare le prodezze che fanno con le loro bici. Il tutto su un percorso cittadino composito e suggestivo come quello del Gran Premio della Liberazione che è forse la massima espressione della tecnicità di un tracciato, perfettamente sposato alla storia e alla tradizione di questo sport.
Due eventi, il doppio delle affluenze. La comunione delle due manifestazioni ha raddoppiato le presente a bordo strada. Presenze che sarebbero state ancora più numerose andando oltre il concetto di manifestazione sportiva, valorizzando a dovere l’evento e andando oltre la comunicazione settoriale. La passeggiata cicloturistica, che era inizialmente prevista, debitamente pubblicizzata, avrebbe perfezionato il tutto. Ma per perfezionarsi c’è sempre tempo. Certo è che se la crisi economica ed i budget limitati danno vita a giornate come quella vissuta oggi a Roma, allora anche partendo da cifre non esorbitanti è possibile dare segnali positivi.
La cronaca
Trofeo Lazzaretti – Al terzo giro vanno in fuga quattro corridori: Fabrizio Galeno (Cycling Team Coratti), Paolo Baccio (Pippo Caruso), Gerardo Caliendo (Grumese) e Andrea Martini (Forno Pioppi). Due tornate e Baccio tenta l’azione solitaria, per lui un vantaggio massimo di 1’03”. A 5 tornate dalla conclusione Vincenzo Albanese (Stabbia Ciclismo) rinviene sul portacolori della Pippo Caruso. Un tandem che resiste fino al traguardo, una volata a due vinta da Albanese.
Gran Premio della Liberazione – Gara letteralmente dominata dal russo Evgeny Shalunov. Il portacolori del Team Lokosphinx Continental è stato l’iniziatore della fuga di giornata, accendendo le micce fin dal secondo giro. Con lui Giuseppe Sannino (Team Pala Fenice), Simone Velasco (Zalf Euromobil Desiree Fior), Alessandro Riccardi (Vega – Hotstand), Gasper Katrasnik (Nazionale Slovena), Alberto Amici (M.I. Impianti Guerciotti), Mirko Gozio (Gavardo Tecmor), Jacopo Mosca (Viris Maserati), Giacomo Menchetti (Acqua & Sapone Team Mocaiana). Nove uomini che hanno avuto un vantaggio massimo di 2 minuti. Il primo a perdere le ruote della fuga è stata Giacomo Menchetti. Stessa sorte per tutti gli altri fuggitivi, tutti tranne uno, il vincitore Evgeny Shalunov. È rimasto solo quando al traguardo mancavano cinque giri ed era solo quando ha tagliato il traguardo delle Terme di Caracalla. Alle sue spalle, nonostante un allungo di Liam Bertazzo (Mg Kvis Wilier Trevigiani Norda) con Andrea Toniatti (Zalf), Paolo Simion (AS Mastromarco Dover) e Iuri Filosi (Team Colpack), il gruppo è arrivato compatto. Volata finale che ha visto Simone Consonni (Team Colpack) beffare proprio Bertazzo, terzo classificato, sulla linea del traguardo.