Da Micheal Platini a Carlitos Tevez: sono passati quasi 32 anni da quel 6 marzo 1983 nel quale Le Roi realizzò un gran gol a Roma contro i giallorossi. Erano gli anni ’80, appunto, e Roma-Juve era un classico intramontabile per l’assegnazione dello scudetto. La partita perversa della quale si ricorda più un gol non assegnato a Turone che una magia di Platini, ma è diventato un classico in quegli anni.

Nella stessa porta nella quale ieri ha segnato Tevez: un gol bellissimo. La palla che disegna una parabola discendente che va dove il portiere non può arrivarci. Ma non servì: la Roma andò a vincere lo scudetto con 4 punti di vantaggio sui bianconeri.

Poi ci fu Alex Del Piero, negli anni 2000. Era il 2008, il giorno della commemorazione dei defunti. E la Juve era vicina alla morte cerebrale, non vinceva da troppo tempo. Gli anni del ritorno in A furono duri, lontani da quelli felici con Antonio Conte. Ma Del Piero, questa volta in casa all’Olimpico (ma di Torino), realizza una punizione delle sue. Ed è gol.

Il dieci bianconero dopo Alex Del Piero passa a Carlos Tevez, tra i mugugni di qualche presunto purista del bianco e nero. L’Apache dimostra sul campo di dimostrarselo e a Roma, in uno scontro decisivo ai fini dello scudetto, realizza una magia degna dei suoi precedessori. La fotocopia, in HD, del gol di Platini. Nella stessa porta, con la stessa classe. E la stessa maglia.