Caro Milan permette? Ora basta, questa è una squadra indegna di vestire quei colori. Non serve cercare un colpevole, probabilmente se ci fosse stato ancora Balotelli il capro espiatorio sarebbe stato lui, le colpe sono di tutti: società, allenatore e giocatori.
La società ha preso un allenatore alle prime armi puntando sulla Dea bendata e sul solo fattore emotivo, quell’eterno amore che lega SuperPippo ai tifosi rossoneri e che ultimamente si è inevitabilmente affievolito. Ora poi è distratta dalla vendita delle quote azionarie e beh se le idee, i progetti e la voglia di investire e tornare quelli di un tempo si sono esauriti allora siamo certi che valga la pena vendere e mettere fine a questa pantomima.
Inzaghi si è ritrovato in una situazione più grande di lui. Non ha la giusta esperienza, è stato buttato nella mischia in balìa di un ambiente scettico e ostile, avido di risultati. La classica fortuna del principiante lo ha aiutato inizialmente poi però sono arrivati i primi inghippi e a gennaio la nave ha iniziato lentamente ad affondare. Ora però il relitto ha toccato il fondo, nello spogliatoio sembra aver vinto il partito anti-Pippo, Mexes e Menez ormai giocano quasi da soli ed è impossibile giocare contro tutti. Dimissioni? Probabilmente sarebbe un modo per salvare la faccia e salvare l’indelebile e stupendo ricordo lasciato nei cuori rossoneri ma servirebbe poco alla causa, con un traghettatore la squadra quanti punti in più sarebbe in grado di fare?
La squadra sicuramente non è competitiva ma la classifica non rispecchia il suo reale valore, bisognerebbe almeno lottare per un posto in Europa. A questo Milan manca tutto: intensità, cuore, grinta, gamba, testa ed un gioco. Giusto due gli schemi riusciti durante l’anno: palla a Menez e palla a Bonaventura. Pochi davvero ci stanno mettendo la faccia e possiamo certamente immaginare il morale di un buon portiere come Diego Lopez continuamente costretto a subire dei gol raccapriccianti. Nello spogliatoio e nell’ambiente è palese che non ci sia armonia, chi va via rinasce, chi arriva diventa un bidone. È arrivata l’ora per tutti di tirare fuori gli attributi senza se e senza ma.
Un ultimo appello: le dimissioni o un esonero possono servire per dare una scossa ma ricordatevi della proprietà commutativa: cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambia. La cosa fondamentale è che tutti facciano mea culpa in modo da ripartire da subito con le idee chiare e con un progetto serio.