Sarà il Bologna la terza squadra proveniente dalla B a disputare la Serie A 2015/16. Un traguardo arrivato dopo una grande sofferenza, con la compagine di Delio Rossi che segue le orme di Carpi e Frosinone. Un campionato equilibrato – a tratti persino esaltante – volge al termine. Grandi assenti del torneo Bari, Catania e Livorno. Stupisce il Vicenza, ripescato dalla Lega Pro e giunto terzo in campionato. Avellino e Pescara protagoniste nel rush finale. Tra i bomber, oltre ai consolidati Calaiò (Catania), Rosina (Catania), Granoche (Modena) e Maniero (Pescara), spiccano Marchi (Pro Vercelli), Ciano (Crotone), Melchiorri (Pescara) e Ciofani (Frosinone). Deludenti le annate di Cacia e Caputo, fermi a 10 gol.
Queste, di seguito, le pagelle delle 22 squadre della Serie B 2014/15:
Avellino – Quella disputata dai ragazzi di Rastelli resta una stagione straordinaria. Squadra compatta, grintosa e con carattere. Brutto calo nel finale di stagione, ma i 59 bastano per accedere ai playoff. E spaventare ai playoff, nell’ordine, Spezia e Bologna. Peccato per quella traversa presa al 90′ al Dall’Ara. Castaldo e Trotta ottimi trascinatori. Voto: 7
Bari – La delusione del torneo cadetto. Partita per vincere il campionato, la squadra biancorossa si perde dopo un buon inizio (quarta dopo nove turni di campionato): 4 sconfitte nelle successive cinque giornate saranno determinanti per l’esonero di Mangia e l’ingaggio di Nicola. La squadra lentamente si risolleva dai bassifondi verso la parte sinistra della classifica, ma i playoff non verranno nemmeno sfiorati. Tanti i match point sprecati. Ambiente spaccato e squadra senza mordente impediscono ai pugliesi di centrare almeno l’ottavo posto, nonostante un organico (almeno sulla carta) assolutamente all’altezza. Da una meravigliosa stagione fallimentare (la precedente, 2013/14), ad una totale stagione fallimentare. Voto: 5
Bologna – Incredibile. Basterebbe questo aggettivo per definire la stagione dei felsinei. Undici lunghi mesi in cui è successo di tutto: si parte con Diego Lopez, Guaraldi, Fusco ed una società sull’orlo del fallimento, si chiude con Delio Rossi, Tacopina, Corvino e Saputo, patron di una società solida ed ambiziosa. La promozione viene conquistata via playoff e dopo tante tribolazioni, sia nella regular season che negli stessi spareggi promozione. I vari Mancosu, Cacia e Sansone non segnano gol a grappoli, ma quando gonfiano la rete risultano decisivi. La forza della squadra emiliana risiede comunque nella difesa, ma per la prossima stagione ci vorranno correttivi importanti. La A, spiace dirlo, è bene altra cosa. La squadra dovrà essere rivoluzionata, e questo indubbiamente sarà fatto. I soldi ci sono, si pensa in grande. Voto: 7
Brescia – Un’annata travagliata. I problemi societari, nonostante il solito Caracciolo, questa volta si fanno sentire più forti che mai. Esce Corioni ed entra Sagramola, ma il Brescia torna in Lega Pro a trent’anni dall’ultima volta. A poco serve il buon rush finale in campionato. Telenovela Di Cesare: a gennaio sembrava ormai prossima una sua cessione al Bari, poi il clamoroso dietrofront. L’unica speranza delle Rondinelle ora è nelle mani del Parma: in caso di retrocessione in D dei crociati, probabilmente sarà ripescaggio. Voto: 5
Carpi – E chi l’avrebbe mai detto? La stagione cadetta 2014/15 sarà ricordata per sempre come quella della prima volta del Carpi: una squadra di perfetti sconosciuti capace di fare marameo alle big del torneo. Secco 3-0 al Bologna, vittoria di prepotenza a Vicenza…e promozione centrata al Cabassi contro un’altra favorita del torneo, il Bari. Tutto merito del lavoro del direttore sportivo Giuntoli (ora al Napoli) e dell’esperto Fabrizio Castori, allenatore navigato in Serie B e già capace di compiere miracoli a Cesena. Solitamente allestire una squadra con soli 100.000 euro porta ad una quasi certa retrocessione. Non a Carpi, dove ora si coccolano Lasagna, Pasciuti, Di Gaudio, Lollo, Inglese e Mbakogu. Qualcuno di loro potrebbe fare belle figure anche in A, c’è da scommetterci. Voto: 10
Catania – Altra grande delusa del torneo. Sulla carta uno squadrone, avrebbe dovuto ammazzare il campionato. Nei fatti…retrocessione evitata soltanto all’ultima giornata, dopo aver galleggiato per 3/4 di campionato nelle ultime quattro posizioni. Grande confusione in panchina (Pellegrino, Sannino, Marcolin) ed in società (contestatissime e discutibili le scelte di Cosentino). Il tridente Calaio – Maniero – Rosina si conferma atomico per la categoria, ma i disastri fuori dal campo lo sono stati ancora di più. Nonostante un mercato di riparazione (arriva gente come Sciaudone, Maniero, Mazzotta) che aveva fatto pensare ad una sicura inversione di tendenza anche sul campo. Voto: 4,5
Cittadella – La fine di un ciclo. Mai la squadra veneta era rimasta cosi a lungo in B (dal 2008 al 2015). Se poi a lasciare è anche gente come Foscarini (dopo 10 anni) e Pierobon (portiere ultra quarantenne, simbolo e bandiera della squadra) ti accorgi davvero come qualcosa stia cambiando. Questa volta il solito Coralli non basta, e per il Cittadella il ritorno in Lega Pro non è quasi mai stato in discussione. Decisivo è stato il negativo girone di andata: 2 sole vittorie in 18 giornate, a fronte di 7 sconfitte e 9 pareggi. Voto: 5
Crotone – Sembrava essersi messa male la stagione dei calabresi, con l’incubo retrocessione perennemente dietro l’angolo. Dalla vittoria casalinga col Bari (alla 13^) parte poi una lenta risalita verso zone più tiepide. Fondamentali, nella conquista della salvezza, gli innesti di Stoian ed i gol di Torregrossa e Ciano (17 per lui). Oltre che, ovviamente, la bravura di Massimo Drago: la chiamata del Cesena – dopo aver ottenuto lo scorso anno i playoff coi pitagorici – sono un giusto riconoscimento. Voto: 6
Frosinone – Che bella squadra, il Frosinone. Per Stellone la Serie A è l’apice di un ciclo iniziato nella scorsa stagione: bel gioco ed organizzazione (dentro e fuori dal campo) si sono rivelate delle componenti vincenti. Quest’anno, per fare il grande salto, è bastato un mix di giocatori di categoria (Zanon, Dionisi, Soddimo) e di spina dorsale dell’annata precedente (Ciofani, capitan Frara, Blanchard). Una promozione che ha sorpreso tutti, per modi e tempi in cui si è realizzata. Meno clamorosa di quella del Carpi, ma pur sempre una bella storia da raccontare: se il Bologna in A ci è andato soltanto ai playoff, è merito loro. Voto: 9
Latina – Annus Horribilis anche per loro, e non solo per il salto in A degli odiati cugini ciociari. Quella di quest’anno, dopo la fantastica favola della scorsa stagione, avrebbe dovuto essere la stagione della consacrazione tra le grandi del torneo. E nonostante l’arrivo e le riconferme di gente come Sforzini, Viviani, Valiani e Brosco, cosi non è stato. La salvezza conquistata a poche giornate dal termine (dopo aver stazionato a lungo anche in zona retrocessione) è una magra consolazione. Nemmeno il ritorno del profeta Breda (al posto di Beretta) ha dato la svolta sperata. Voto: 5
Livorno – Come scivolare dalla lotta per il secondo posto al nono? Chiedetelo al Livorno 2014/15 ed al suo presidente, Aldo Spinelli. Ancora un mistero restano gli esoneri di Gautieri (con la squadra quarta in classifica) e di Gelain (ex vice di Nicola, era in peina zona playoff) per far posto a Panucci. Un harakiri in piena regola, concretizzatosi nell’ultima giornata in trasferta a Pescara. Compromessa l’identità di un gruppo che pareva essersi incanalato su buoni binari, ai labronici non resta che leccarsi le ferite. E vivere di rimpianti. Voto: 5,5
Modena – Ci si aspettava una certa continuità dopo il raggiungimento dei playoff nella scorsa stagione. Signori e soprattutto Granoche (19 gol per lui) il loro dovere hanno continuato a farlo, ma il brutto calo dei canarini nel finale di torneo hanno portato ad un drammatico spareggio playout contro l’Entella, per fortuna vinto. Controproducente, nonostante i risultati deludenti, la scelta di cacciare alla 28^ giornata Novellino. Serviranno importanti correttivi nella prossima stagione per evitare minori patemi d’animo. Voto: 5-
Perugia – Era un organico da playoff, e cosi è stato. Ottima stagione quella degli umbri, al ritorno in B dopo 10 stagioni in campi di terra battuta e logica conseguenza del fallimento dopo l’era Gaucci. Si puntava molto sul ritorno di Taddei (rivelatosi deludente), ma le vere sorprese (e conferme, per la B) sono state le prestazioni di gente come Falcinelli, Fossati, Verre, Fazzi e Crescenzi. Un gruppo ben amalgamato e dai piedi buoni, sotto la saggia e competente guida di Andrea Camplone. Peccato solo che il sesto posto finale venga però rovinato dalla sconfitta interna col Pescara ai playoff: il Perugia nell’ultima parte della regular season pareva essere la squadra più in forma. Arrivederci al prossimo anno, allora. Voto: 7-
Pescara – Sul voto finale degli abruzzesi incide fortemente quanto accaduto nei playoff. Non avevano mica brillato gli uomini di Baroni durante l’arco del campionato: partiti male, anzi, malissimo (2 vittorie, 4 pareggi, 6 sconfitte), i delfini poco a poco si riprendono, stazionando a centro classifica. Una serie di risultati utili consecutivi – ed il ritorno di gente come Bjarnason, Melchiorri, Pasquato – ha poi permesso di riagganciare il treno playoff. Treno che pareva perso con la sconfitta di Varese alla penultima. Poi, la svolta con l’ex campione del mondo Massimo Oddo: il Pescara, che sino ad allora non aveva mai impressionato troppo, cambia faccia: vittoria col Livorno, al Curi contro il Perugia ed in casa col Vicenza. Gioco effervescente, e squadra che sembra brillare per condizione fisica. Poi, lo sfortunato doppio confronto col Bologna, dove a pesare sono rigori negati e clamorose traverse al 90′. Senza mai perdere nemmeno una gara. Voto: 7,5
Pro Vercelli – Questa volta alla Pro Vercelli va tutto bene, niente incubi da cenerentola. I piemontesi, ripresisi dai fantasmi della retrocessione del 2012/13, ritornano tra i cadetti in grande stile. Grandi meriti vanno all’emergente tecnico Scazzola ed al suo bomber Ettore Marchi, autentica rivelazione del torneo: gol a grappoli per una salvezza senza particolari patemi d’animo. Voto: 6,5
Spezia – Annata positiva, nonostante l’esito finale dei playoff contro l’Avellino. Stavolta è quinto posto, e la crescita continua rispetto alle precedenti due annate (13° e 8° posto). La pista croata (Kvrzic, Brezovec e Situm sono giocatori interessanti), da bella incognita qual’era, ha poi costituito l’ossatura della squadra. Il ridimensionamento tanto temuto – dopo le spese folli degli anni precedenti – c’è stato, ma non sul campo. Merito, ancora una volta, del certosino lavoro di Guido Angelozzi, autore di importanti miracoli nelle 3 precedenti stagioni a Bari. Nenad Bjelica non ha sofferto troppo l’adattamento al calcio italiano, e piacevole si è rivelato il suo modo di far giocare i bianconeri. Catellani mattatore, con ben 19 reti. Voto: 7-
Ternana – Un campionato difficile per le Fere, partite ad inizio stagione con velleità da playoff. Nonostante i gol di Avenatti e Ceravolo (10 gol a testa), i ragazzi di Tesser non sono mai stati in lotta per traguardi che andassero oltre la salvezza. Troppe sconfitte (ben 17) e tanti gol subiti (47) hanno messo in evidenza tutti i limiti dei rossoverdi. Voto: 6-
Trapani – Stagione tutto sommato soddisfacente. E’ stato un campionato tranquillo per i siciliani, prima con Boscaglia e poi con Cosmi in panchina. La medicina del tecnico umbro ha funzionato, ed è stata fondamentale – dopo un breve periodo di smarrimento generale – per la conquista della salvezza e dell’undicesimo posto finale (record di sempre). L’assenza di Mancosu (via a gennaio) si è comprensibilmente fatta sentire, ma l’attacco è comunque rimasto il settimo del torneo. A ballare, invece, è stata la difesa: 67 gol subiti, la più perforata della B assieme a quella del Varese. Voto: 6,5
Varese – Una stagione da incubo. Squadra male assortita e apparsa più indebolita rispetto all’anno scorso, con l’aggravante della difficile situazione societaria. Qualcosa che, a lungo andare, ha poi portato all’esasperazione la tifoseria varesotta, capace di mettere a ferro e fuoco il Franco Ossola. Via il contestato Laurenza, arriva Cassarà: tutto cambi purchè nulla cambi. Surreali anche gli avvicendamenti in panchina, con Dionigi che rimpiazza l’esonerato Bettinelli per soli quattro giorni (non giornate, dettaglio importante). Neto Pereira (8 reti) predica nel deserto. Insomma, caos totale dentro e fuori dal campo, ed una retrocessione inevitabile (a pesare le tante penalizzazioni). Voto: 4
Vicenza – E dire che la Serie B non avrebbe manco dovuto disputarla. A volte, portare una documentazione completa aiuta (vero Pisa?). E ti cambia la vita, calcisticamente parlando. I berici partono male, la squadra viene costruita nel giro di poche settimane di settembre (viene concessa una proroga). Via Giovanni Lopez con la squadra agli ultimi posti, dentro Pasquale Marino. E’ la svolta: il Vicenza dalla 13^ in poi inizia una lunga rincorsa verso le posizioni di vertice (molti colpi esterni di rilievo, vedi Bari e Bologna), con Cocco e Di Gennaro che recitano un ruolo da protagonisti assoluti. Sarà terzo posto finale nonostante il calo delle ultime partite. Ai playoff col Pescara, però, l’incantesimo si spezza: il 2-2 del Menti fa a pugni con la sconfitta dell’Adriatico (1-0 per gli abruzzesi). Applausi meritati, nonostante tutto. Voto: 8
Virtus Entella – L’impatto con la B è stato devastante. E gli uomini di Prina, a onor del vero, non hanno mai dimostrato di poter reggere il confronto con la categoria. Nonostante alcuni acquisti di rilievo come Rinaudo, Mazzarani e Sansovini (poi tornato a Pescara), quasi mai i biancocelesti sono mai riusciti a sganciarsi davvero dalla zona calda. ininfluenti nemmeno gli otto risultati utili consecutivi (7 pareggi e una vittoria, tra la 16^ e la 22^) La cessione di Litteri alla Ternana, nel gennaio scorso, ha poi rappresentato il definitivo colpo di grazia: nel doppio confronto col Modena i suoi gol avrebbero potuto evitare la retrocessione. Voto: 5
Virtus Lanciano – Solito campionato tranquillo per i ferentani, che da qualche anno cercano di consolidarsi come realtà stabile del campionato cadetto. Ad un certo punto i playoff parevano alla portata dei rossoneri, ma il magro bottino ottenuto nelle ultime dieci giornate di campionato (1 vittoria, 5 sconfitte, 4 pareggi) hanno stroncato sul nascere tutti i sogni. Conferme da parte di Thiam e Piccolo (8 gol a testa), con Troest perno difensivo e recordman di presenze, con 41 gettoni. Voto: 6,5