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Reuters

Un sogno divenuto un incubo: questa, in estrema sintesi, la serata dei diecimila sostenitori del Napoli accorsi al Santiago Bernabeu per assistere alla sfida stellare che opponeva la squadra partenopea al Real Madrid, valida per l’andata degli ottavi di Champions League. Un sogno durato tutta una vigilia e per i primi quindici minuti di partita, quando Lorenzo Insigne infilava dentro un gran gol che illudeva un po’ tutti. Poi è stato il momento di aprire gli occhi e, dopo novanta minuti di gioco, l’amara constatazione: 3-1 per il Real e qualificazione fortemente compromessa.

Maurizio Sarri era stato spavaldo alla vigilia della gara e, nel corso della conferenza stampa, aveva invitato i suoi giocatori a mettere in mostra la faccia tosta necessaria per giocare alla pari contro uno squadrone come quello spagnolo. Ma il risultato non è stato soddisfacente: per usare la stessa espressione adoperata dal Presidente Aurelio De Laurentiis, è mancata la “cazzimma”, quella rabbia agonistica mista a spavalderia che in alcuni casi è necessaria per arrivare alla meta prefissata.

Dopo l’iniziale e inaspettato vantaggio di Insigne (tra i sei italiani in grado di bucare la porta del Bernabeu dopo Totti, De Rossi, Del Piero, Cassano e Pirlo), gli azzurri si sono mostrati timidi, a tratti impacciati e remissivi. Un atteggiamento certamente sbagliato per affrontare un avversario che, dati alla mano, di gol ne subisce in discreta quantità. E così si è finiti nella morsa del Galactico attacco delle merengues, che con Benzema, Kroos e Casemiro ha inanellato un tris che equivale ad una grossa ipoteca sulla qualificazione.

Nulla è compromesso, certo, ma servirà un vero miracolo nella gara di ritorno del San Paolo. Davanti ai propri tifosi, il Napoli non dovrà avere quei timori reverenziali così evidenti nella sfida di Madrid e dovrà neutralizzare il formidabile reparto offensivo spagnolo, per poi colpire con un Mertens assolutamente in ombra ieri sera e con un Lorenzo Insigne che dovrà invece replicare quanto appena fatto.