Era il 24 giugno 1950, in Brasile dopo 12 anni di pausa dovuta alla follia omicida della Seconda guerra mondiale, si giocava la quarta Coppa del mondo della storia. Le varie esclusioni di alcune nazionali, e delle qualificazioni poco chiare, portarono in Brasile solamente 13 nazionali. Si formarono quattro gironi, le vincitrici dei rispettivi gruppi sarebbero state riunite in un ulteriore girone, il quale avrebbe assegnato il titolo senza la disputa di una finale.
In realtà questa finale si giocò eccome. L’ultima gara del girone tra Brasile e Uruguay sarebbe infatti risultata decisiva per l’assegnazione del titolo. Ed è proprio qui, a quel 16 luglio 1950 che volevamo arrivare. Questa data rappresenta infatti una delle pagine più dolorose della storia della nazionale brasiliana. La finale si disputò nel tempio del calcio, al Maracanà, lo stadio di Rio de Janeiro, l’unico impianto capace di ospitare 200.000 mila persone.
Al Brasile sarebbe bastato un pareggio per strappare la coppa all’Italia che ne era detentrice. I più appassionati di calcio, ricorderanno o sapranno sicuramente che quella partita fini 2-1 per l’Uruguay, il quale conquistò il suo secondo mondiale. Dodici i morti dentro al Maracanà per infarto o suicidio, altri trentaquattro nei giorni successivi. Il Brasile si strinse in un lutto nazionale per quello che passò alla storia come il Maracanazo.
Nella terra verdeoro questo evento non è stato di certo dimenticato, nemmeno la conquista di cinque titoli mondiali avrebbe mai potuto cancellare quel giorno. Predestinazione o forse leggenda, gli organizzatori brasiliani saranno stati sicuramente dei romantici, oppure semplicemente dei nostalgici, fatto sta che il Maracanà aprirà le sue porte alla nazionale di casa solamente in caso di accesso alla finale.
San Paolo, Forzaleza, Brasilia, Belo Horizonte ma mai Rio de Janeiro. L’unica possibilità per la Selecao di giocare nella sua vera casa, sarà proprio il 13 luglio, giorno in cui si concluderà il mondiale. Insomma, o tutto o niente, dentro o fuori, sessantaquattro anni dopo il Brasile ha la possibilità di giocarsi il suo secondo tempo di un match rimasto in sospeso, non importa contro chi, ma per farlo i verdeoro di Scolari non potranno mai sbagliare.