Alfredo Di Stefano, morto ieri all’età di 88 anni, è stato una bandiera del Real Madrid, ed insieme a Ferenc Puskas costituivano al tempo forse la migliore coppia di attacco di sempre. Purtroppo, lo scorso sabato è stato colpito da un arresto cardiaco ed è morto proprio ieri nell’ospedale vicino allo stadio “Santiago Bernabeu”: il “Gregorio Maranan”. Proprio per rendere giustizia alla sua magnifica carriera, è stato insignito della carica di presidente onorario del Real Madrid: uno come lui si merita questo ed altro. Se ne va lasciando un vuoto incolmabile nei nostri cuori, in un momento in cui il calcio aveva bisogno di persone come lui. Comunque, ripercorriamo in suo onore la sua stupenda carriera.
Alfredo Di Stefano inizia a giocare nelle giovanili della squadra argentina del River Plate (infatti, sebbene il nome possa sembrare di origine italiana, lui era argentino) facendosi subito notare e contribuendo alla vittoria di diversi trofei. Poi, qualche anno dopo, i Millonarios (club colombiano della città di Bogotà) lo acquistano e li scoppia il suo talento innato: in 102 presenze realizza ben 89 goal, una media realizzativa che fa paura ai migliori attaccanti del mondo. Anche qui in Colombia contribuisce alla conquista di numerosi titoli per i Millonarios, ma il suo talento meritava qualcosa in più.
Così, Alfredo Di Stefano 5 anni dopo lascia la Colombia per approdare nella squadra più importante del mondo: il Real Madrid. Il suo impatto nel campionato spagnolo è assolutamente devastante: in 282 presenze, va a segno 212 goal. Numeri assurdi che se sommati agli otto campionati spagnoli, ai 2 Palloni d’oro conquistati e alle 5 coppe dei campioni (le Champions League di quel tempo) fanno di Di Stefano un assoluto campiona a 360 gradi. Alcuni lo considerano addirittura il più grande giocatpre di tutti i tempi, superiore a Pelè e Maradona. Le sue doti principali erano la velocità e la tecnica. Ci lascia un campione, ciao Alfredo.