Prandelli, ex ct della Nazionale, in questi giorni ha avuto modo di riflettere tanto. Ormai Brasile 2014 è un ricordo lontano, o quasi. Per lo meno il neo allenatore del Galatasaray ha deciso di farsene una ragione ‘Nella vita di un professionista ci sono alti e bassi, ma sono gli alti e i bassi di un privilegiato. Sono stato attaccato crudelmente. Va bene. Ma non devo sentirmi una vittima. Non ne ho il diritto. In Brasile l’intero progetto non ha funzionato‘.
A chi lo accusa di essere fuggito subito dopo l’insuccesso Mondiale, ribatte così ‘Non e’ vero che sono scappato, però la responsabilità del fallimento è mia. Avevo Cerci, Insigne, Cassano, Balotelli, quattro attaccanti che in campionato hanno mostrato il loro valore. Non siamo riusciti a creare una palla gol e siamo andati dodici volte in fuorigioco. Ho messo quei quattro e pensavo di vincere la partita, ma ho fallito. Non sono scappato dalla federazione: siamo tutti dimissionari! Quindi io non sono scappato da nessuno‘.
Tuttavia, Prandelli non si sognerebbe mai di convocare gente diversa da quella portata in Brasile ‘Con Montolivo e Giuseppe Rossi la squadra aveva dimostrato una buona identità. Dopo gli infortuni, è stato obbligatorio cambiarla‘. E su Balotelli ‘Mario e’ un ragazzo fondamentalmente buono. Non è un ragazzo cattivo. Ma vive in una sua dimensione che è lontana dalla realtà. A 24 anni ha la possibilità di fare tesoro di questa grande esperienza‘.
E sulla Nazionale del futuro ‘I giocatori potranno riscattarsi. Se escludo di tornare ad allenarli? Assolutamente. Il mio tempo azzurro è finito. Conte prossimo ct? Non saprei. So solo che chi allena la nazionale ha pochissimo tempo. Si può ovviare, in parte, se hai un blocco di giocatori di una squadra a disposizione‘.
Ma basta Azzurri, pare voler dire Prandelli, parlando del suo presente in Turchia ‘Io e il mio Galatasaray siamo a caccia della quarta stella, il 20° scudetto. Vado a fare il mio lavoro, è una sfida, insomma mi rimetto in gioco, perché quando cadi dalla bicicletta devi risalirci subito‘.
fonte/AGI