Nel segno di Gonzalo Higuain, L’Argentina ringrazia l’attaccante del Napoli e dopo 24 anni ritorna ad essere tra le prime quattro di un Mondiale. “El Pipita” (la piccola pipa) ha deciso il match contro un Belgio in versione bambino spaventato dinanzi a un adulto. Romero è stato impegnato pochissime volte e, quando Lukaku metteva la palla in mezzo all’area di rigore, c’era Garay a sbrogliare il tutto, tra la gioia del pubblico argentino, intento a cantare la canzone che mette in risalto le qualità di Maradona anziché di Pelè. Tralasciando il concorso canoro “Rio De Janeiro 2014”, la formazione di Sabella, quasi a terra a metà del secondo tempo per mancanza di equilibrio, ha meritato di accedere alla semifinale per la maggiore voglia, concentrazione che una nazionale, a questi livelli, deve sempre avere.
Il Belgio? Come dicevamo poc’anzi, ha deluso. Wilmots ha messo in campo una squadra senza verve, impaurita, con undici calciatori che, solo nell’ultimo quarto d’ora, hanno messo pressione (comunque sterile) a Messi e compagni. Il tecnico dei “Diavoli Rossi” farà discutere anche per alcune scelte nell’undici iniziale, con alcuni calciatori, come Mertens e Lukaku, fuori per motivi ignoti finanche alla comunità belga che si trova in Brasile. Battute a parte, Kompany e gli altri compagni hanno peccato di esperienza, dimostrandosi troppo acerbi per una Coppa del Mondo che entra nel vivo. Intanto, a Buenos Aires è iniziata la festa per una squadra che fino a questo momento non ha deluso le attese, anzi, si trova lì sorprendendo tutti o quasi.
Ci si aspettava la solita compagine sgonfia, con un Messi meno decisivo del solito,con un Romero insicuro e con una difesa simile al formaggio groviera, ovvero pieno di buchi. Grazie al lavoro, alle zero promesse fatte, all’impegno, “l’Albiceleste” si trova lì, in attesa di Olanda-Costa Rica, sfida dalla quale uscirà la prossima sfidante dei sudamericani. Con una piccola pipa in bocca, a godersi lo spettacolo, come una squadra forte che non ha paura di nessuno.