Partite diverse, storie uguali. Insomma, quest’anno (ma anche l’anno prima, quello prima ancora e forse il prossimo) in Italia funziona così. Chi gioca con la Juventus, spesso e volentieri, perde. Che barba, che noia direbbero Vianello e Sandra Mondaini. E cosa succede quando i bianconeri escono dall’Europa? Beccano un’altra italiana. Incredibile. E come finisce? Inutile dirlo, purtroppo per lo spettacolo. Questa volta, però, la Fiorentina – non a caso l’unica a battere in Italia i piemontesi – ha fatto duramente sudare la qualificazione degli uomini di Conte, risolta solo a 20′ dalla fine dopo un rosso a Gonzalo e una gara d’andata indirizzata verso i viola. Ma vediamo cosa è successo, cosa è andato e cosa no, nei nostri “Appunti sparsi”, dosati di un pizzico di ironia tagliente.
– Qualcuno dica alla Fiorentina che alzare la palla non è un reato. Palleggiare anche sulla linea della porta contro una Juventus indomabile in fase di possesso, è come provare a rubare a casa di un ladro. Impossibile, vero?
– Quanto conta avere un centravanti boa come Llorente. Lotta, sgomita e prende calci. Quelli da cartellino rosso.
– La punizione di Pirlo è la fotografia della stagione. Precisa, potente e decisiva. Al momento del fallo da rosso su Llorente, Gonzalo è pietrificato. Sa già che da quella posizione un cecchino come il “barbuto” ventuno bianconero non può fallire.
– Qualche dubbio sulla posizione di Cuadrado, terzino destro con funzione esclusivamente difensiva. Montella se l’è fatta un po’ sotto e ha lanciato il colombiano nel suo habitat naturale solo negli ultimi dieci minuti, quando anche le sue trecce chiedevano respiro.
– Siamo onesti: fino alla magia di Pirlo, la Fiorentina aveva retto bene, a tratti meglio della Juve, pur dando la sensazione che in caso di gol subito non avrebbe saputo reagire. Ma certi rossi ti cambiano due settimane di duro lavoro.
– Perdonateci, ma siamo ancora commossi dall’eroico recupero di Ilicic (sì, proprio lui per dirla alla Piccinini) in difesa. L’ultimo fu in un campo di calcio a 5 con i Pulcini della squadra del suo paese. Amarcord.
– Commozione stroncata dall’auto sombrero di Matri che ha fatto rimpiangere l’uscita di Gomez. L’ex Bayern non è ancora al top e può essere il grande rimpianto di Montella. Ma con lui e Rossi accanto, oggi il pubblico viola avrebbe “rischiato” di uscire soddisfatto dal Franchi.
– Applausi per Neto. Dopo un avvio degno del peggior Dida, ha riconquistato tutti. Suo il miracolo che evita il capitombolo.
– Johnny Depp (a proposito di citazioni del buon Piccinini) Osvaldo entra e in pochi secondi accelera il match. Il Jack Sparrow dei campi di calcio alza anche un delizioso cucchiaino per Vidal che ammira il regalo e lo getta all’aria.