Il Mondiale dei Mondiali si conclude con la Germania Campione del Mondo per la quarta volta, 24 anni dopo la finale di Roma, sempre contro l’Argentina.

Blogdisport vi propone la sua top 11, schierando l’ipotetica formazione con il 4-3-3.

NEUER– Il Guanto d’Oro entra di diritto nella top 11 del Mondiale. Formidabile tra i pali, sicuro nelle uscite, fa il libero aggiunto consentendo alla retroguardia della Germania di tenere la linea alta. Trascina i suoi in semifinale restando imbattuto contro Algeria e Francia, compiendo due grandi parate su Valbuena e Benzema. Futuro Pallone d’Oro?

LAHM– Il capitano è la figura che sintetizza al meglio la Germania Campione del Mondo. Sicuro, affidabile, instancabile cursore dell’out destro, abile sia nella fase difensiva che offensiva: un giocatore straordinario.

GARAY– Se l’Argentina dall’attacco fenomenale arriva a giocarsi la finale al Maracanà, il merito è anche del centrale del Benfica. Imbattibile nel gioco aereo, preciso nei disimpegni e puntuale nelle chiusure, Garay è una delle rivelazioni di questo Mondiale. Non è un caso che la Germania dei 7 gol al Brasile impiega 113 minuti per scardinare la retroguardia Albiceleste. Baluardo.

HUMMELS– Il centrale del Borussia Dortmund è stato decisivo. La Germania in tutto il torneo subisce soltanto tre reti, di cui una ininfluente contro il Brasile. Hummels, leader della difesa, si è fatto valere anche in zona-gol realizzando due reti: fondamentale il colpo di testa contro la Francia che regala la semifinale ai suoi. Provvidenziale.

BLIND– Figlio dell’ex difensore Danny Blind, il terzino sinistro di Van Gaal si ritaglia un ruolo da protagonista nell’Olanda di Robben e Van Persie. Il 24enne dell’Ajax, puntuale nelle chiusure e sempre pronto nelle ripartenze, si regala anche la gioia di un gol nella finale per il terzo posto contro il Brasile. Rivelazione.

KROOS– Il tuttofare del centrocampo della Germania non lo scopriamo certo in questo Mondiale. Mezzala o seconda punta, Low lo impiega come vice Khedira in finale contro l’Argentina e il giovane Toni lo ripaga con una buona prestazione. Firma anche una doppietta nello storico 1-7 al Brasile. Corsa e talento della Germania ancora per molti anni.

MASCHERANO– Autentico leader dell’Albiceleste, Javier ritorna a dare il meglio da centrocampista centrale. In questo Mondiale è la diga di Sabella davanti alla difesa: corsa, grinta e intelligenza tattica da vendere. Se l’Argentina conquista una finale dopo 24 anni, il merito va soprattutto all’esperienza e al cuore di un mediano come Mascherano.

SCHWEINSTEIGER– A 30 anni, dopo aver vinto tutto col Bayern, Bastian conquista anche la Coppa del Mondo. Centrocampista completo, bravo sia in fase di interdizione che negli inserimenti, il tedesco ha un rendimento altissimo da molti anni e questo trofeo è il coronamento di una carriera straordinaria. A Brasile 2014 non trova il gol, ma si contraddistingue per essere l’anima battagliera del centrocampo.

ROBBEN– Il fuoriclasse olandese non delude le attese e ancora una volta è imprendibile per ogni retroguardia. Ridicolizza i Campioni del Mondo in carica con giocate da fuoriclasse e realizza anche una doppietta. Trascina l’Olanda ai quarti conquistando contro il Messico il rigore del 2-1 e fa impazzire la difesa del Brasile. Fenomenale.

MULLER– Il bomber della Germania (10 reti in due Mondiali disputati) esegue alla perfezione qualsiasi incarico di Low. Uomo d’area, seconda punta, esterno d’attacco, per Muller non fa differenza. Gioca al servizio della squadra, è allo stesso tempo finalizzatore e uomo assist, apre gli spazi per gli inserimenti dei centrocampisti e dà manforte alla difesa sui calci da fermo. Duttilità al potere.

RODRIGUEZ– Il numero 10 dei Cafeteros, classe ’91, è la rivelazione del Mondiale. Entra di diritto nella top 11 non solo per aver vinto il titolo di capocannoniere. Sinistro sopraffino, dribbling, giocate d’alta scuola e un gol d’antologia contro l’Uruguay (tra i più belli del torneo), James Rodriguez è uno dei migliori giocatori visti a Brasile 2014. Fantasia da vendere.