Attendevano questa gara da tanto tempo, sacrificando intere giornate di lavoro per accaparrarsi un biglietto valevole per l’ingresso nello stadio teatro degli ottavi di finale. I tifosi brasiliani, però, non possono essere soddisfatti, hanno perso il sorriso per una nazionale impaurita dinanzi a un Cile che ha disputato una signor partita. Scolari, secondo me artefice del brutto gioco dei suoi, ha tolto quello spirito libero e allegro a una squadra che faceva della tranquillità la sua arma migliore. Le convocazioni di Fred, Bernard, le panchine di Hernanes, la sua idea da catenacciaro (alla faccia degli italiani!) hanno fatto il resto. Fino a pochi anni fa, vedere il Brasile era un piacere, rientrava in tutte quelle cose che un appassionato di calcio, e non solo, doveva ammirare almeno una volta nella vita.
Adesso i verdeoro sembrano undici calciatori schierati a caso, con l’unica idea di gioco rappresentata dal vecchio “palla avanti e pedalare” marchio di fabbrica di una compagine che, prima, non vuole subire il gol. Ho visto il match di questo pomeriggio con un vecchio appassionato di dama, sport romantico nel quale la testa è la principale fonte di ispirazione. Il mio amico, che chiamerò Caio (per ovvi motivi di privacy) già dal 2’ aveva predetto una gara difficile per il Brasile. Non era complicato capire la forza del Cile, ma lo stesso Caio, dopo la rete siglata da David Luiz, disse “Il Brasile ha paura”. Parole che, al 18° del primo tempo, sembravano fuori luogo, da tipica persona che non capisce un tubo di calcio, e invece.
Il possesso palla cileno, aggiunto alla cattiveria, al sacrificio, all’abnegazione, ha cambiato tutto, con Thiago Silva e compagni intenti a sudare freddo ogni qualvolta Sanchez prendeva palla e triangolava con Vidal. L’orario, certamente, ha influito sulla prestazione non ottimale della squadra di Scolari, ma non scordiamoci che l’Italia ha giocato alle 13 ora locale e nessuno, tranne qualcuno, ha discusso di questo argomento. Il calcio è cambiato, il vero Brasile non c’è più, è sparito dai radar delle enciclopedie del calcio spettacolo, anche lui va rifondato, riscoprendo la cultura di una volta. Senza Scolari.