Basta un attimo, uno sfortunato attimo, per cambiare le sorti di un’intera competizione. E il minuto 88 di Brasile-Colombia rischia di tatuarsi come l’incubo dei padroni di casa, come il possibile rammarico del “Mondiale dei Mondiali”. O come il senso di responsabilità che forse potrà iniziare a impossessarsi con più decisione della Seleçao. È finito il Mondiale di Neymar, stella indiscussa del Mondiale verdeoro. Decisivo uno scontro con Zuniga, che gli ha procurato una frattura della terza vertebra lombare. Tradotto: sei settimane di stop. Mancherà nel match più importante, il test della verità per una squadra arrivata in semifinale pur senza brillare e pronta ad affrontare una Germania solida e compatta. Una vera e chiara pretendente ad un titolo storico. Sarebbe il primo per un’europea in Sudamerica.

Sarà un Brasile da reinventare dunque, complice anche l’assenza di Thiago Silva, autore del vantaggio di ieri, che ha rimediato un pesante cartellino giallo propedeutico alla squalifica per diffida. Un vero incubo per Scolari, arrivato in semifinale con tanta tecnica, ma anche con una buona dose di fortuna negli episodi chiave. La stessa fortuna che, in una notte sola, pare aver girato le spalle al Brasile, ad un passo dal termine di una scalata che trova l’ostacolo più grande e la partita più bella: quella contro la Germania.