Bruno Rovarotto, giocatore brasiliano classe 91, ha iniziato la sua carriera nel Corinthias all’età di 3 anni. È rimasto nella squadra per 18 anni fino al termine del suo contratto dopo il quale ha deciso di trasferirsi in Italia per cercare fortuna. Ora è svincolato, ma è in contatto con qualche squadra italiana grazie al quale spera di arrivare a giocare ad alti livelli. Ecco l’intervista di Blog di sport al giovane brasiliano.

Ciao Bruno, cominciamo dal principio: quando hai dato il tuo primo calcio a un pallone?
Ho iniziato a giocare a pallone molto presto, all’età di 3 anni giocavo a calcio a 5 nel Corinthias de Sao Paulo, poi a 7 anni ho cominciato a giocare in un vero campo da calcio. La mattina andavo a scuola e studiavo, il pomeriggio mi allenavo e la sera giocavo a calcio a 5.

Il calcio è per te una passione o è stato solo un modo per cambiare vita?
Il calcio è l’amore della mia vita, non gioco per denaro ma per passione.

I tuoi genitori hanno appoggiato la tua scelta?
I miei genitori mi sono sempre stati vicini nel calcio, devo tanto a loro. Quando avevo 4 anni mio padre mi ha chiesto se volevo veramente fare il calciatore perché è una vita molto difficile. La mia risposta è stata: “Papà io non voglio fare il calciatore, io sarò un calciatore!”. Per questo mi è sempre stato accanto.

Racconta la tua esperienza al Corinthias.
Ho giocato per 18 anni al Corinthias, ringrazio sempre la squadra per tutto quello che mi ha insegnato. Lì sono cresciuto come calciatore e come persona, ho vissuto tante belle cose ma anche difficoltà.

Ti piace il tuo ruolo?
Mi piace tanto fare il centrocampista regista, anche se ho ricoperto altre posizioni nella mia carriera come terzino sinistro, trequartista, esterno destro e sinistro, difensore. Il ruolo che amo di più resta comunque il centrocampista regista.

A chi ti ispiri quando giochi?
Attualmente a Pirlo. Precedentemente a Zidane o Falcao. Ronaldo ha un ruolo diverso, ma stimo moltissimo anche lui per la storia della sua vita sia dentro che fuori dal campo.

Perché hai lasciato il Corinthias e perché hai deciso di venire in Italia?
Finito il mio contratto con il Corinthias ho avuto l’opportunità di continuare a giocare in Brasile o venire in Italia e acquisire la doppia cittadinanza essendo mio nonno di Padova. Ho scelto la seconda opzione, ho preso il passaporto italiano ed ora sto parlando con due o tre squadre qui in Italia.

Cosa pensi del calcio italiano? Cambieresti qualcosa?
Il calcio italiano è bello, molto diverso da quello brasiliano. In brasile il gioco è più tecnico e lento, in Italia è più veloce, più forte fisicamente e tattico. Se si potessero unire le due modalità sarebbe perfetto!

Ti manca il Brasile?
Mi manca la mia famiglia, i miei amici, le grigliate con la Samba e la Playstation. Ho sempre saputo, però, che un giorno sarebbe successo questo quindi ho già preparato la mia testa e quella dei miei parenti.

Quali sono le tue aspirazioni per il futuro?
Il mio sogno è quello di giocare in Champions con una grande squadra, sogno tutto il giorno che ciò avvenga e so che lo realizzerò.

Noi ti salutiamo e ti ringraziamo per la disponibilità. Vuoi lasciare un messaggio ai lettori di Blog di Sport?
“Non rinunciate mai ai vostri sogni, abbiate fede in voi, in Dio, si può arrivare dove si vuole! Non permettete a nessuno di dirvi che non si può ottenere ciò che si desidera perché si può sempre”