Nomini la Germania e ai tifosi della Juventus vengono i brividi: nel 1997 il Borussia Dortmund portò via a sorpresa e con merito la “Coppa con le orecchie” a un imberbe Del Piero e compagni, due anni fa il Bayern Monaco seppellì sotto quattro reti in 180 minuti le ambizioni di grandeur della banda-Conte. Oggi i bianconeri faranno fronte al Muro gialloverde targato Dortmund, come la curva del Signal Iduna Park-ex WestfalenStadion, la curva più grande di Europa-per resistere agli assalti di Aubameyang e compagni e difendere il 2-1 dell’andata, per sognare i Quarti di Finale di Champions League.
La via che conduce al traguardo delle 20.45, quello del fischio d’inizio, sarà affollata di attese, emozioni e pretattica per tutti, ma nella mente di Gigi Buffon, capitano bianconero e della nazionale azzurra, non ci sarà bisogno di un regista televisivo per comporre il quadro di ricordi che lega alla capitale della Westfalia. 4 luglio 2006, l’Italia espugnava Dortmund superando per 2-0 i padroni di casa con i centri di Grosso e Del Piero: una Nazione piangeva di gioia e si avvicinava alla finale conquistata con cuore e testate contro la Francia di Zidane. “Per quella di Dortmund nel 2006 ho ancora i brividi, quando la rivedo. Giocare in un tempio come questo stadio dove sei già stato in passato con spedizioni molto felici fa sempre piacere. Qua non ci sono mai gare banali” ha raccontato alla vigilia della sfida Buffon: “E’ sempre un piacere, non sono mai gare banali o di basso livello, giocare in un tempio simile, dove sei stato protagonisti insieme ad altri compagni, in mezzo a spedizioni molto felici è qualcosa che entusiasma ed emoziona sempre”.
Quella magica serata di quasi nove anni fa i suoi guantoni dissero di no a Schweinsteiger, Schneider e Podolski, avversari poi re-incrociati sui campi di mezza Europa: oggi avrà di fronte l’armata giallonera di Klopp, e non gli servirà trionfare come nel 2006, ma andrebbe bene non prenderle e soprattutto non farsi sopraffare dal calore dell’impianto tedesco. «Un tifoso non fa gol, però c’è modo e modo di partecipare a una partita, il pubblico in questo stadio vive con trepidazione i 90′, i 120′, i giocatori di casa lo sentono e questa può essere un’arma in più-ha ammesso Buffon-ma al tempo stesso può stimolare anche chi è ospite”. Ancora poche ore e la Juventus conoscerà il suo destino in Champions League.
(Twitter: @GuerraLuca88)