Oggi, in occasione della festa del papà e del suo compleanno, la lega di serie A, sul suo account Twitter ufficiale ha dedicato un tweet al mister romano Carlo Mazzone, nato il 19 marzo del 1937, definendolo il papà degli allenatori.
Sono 77 anni, molti di questi vissuti su un terreno di gioco, prima da calciatore nella sua Roma, nella Spal, in maglia bianconera di Siena e Ascoli e poi da allenatore in giro per l’Italia. Sono 12 le squadre che ha allenato tra serie C e serie A: iniziando dall’Ascoli nel 1968 e finendo al Livorno nel 2006.
Sono 792 panchine in serie A quelle collezionate da Carlo Mazzone, ad oggi il record assoluto tra gli allenatori del nostro campionato. Fiorentina, Ascoli, Catanzaro, Lecce, Roma, Cagliari, Napoli, Bologna, Perugia, Brescia, Livorno sono queste le squadre allenate in serie A. Nessuno scudetto, ma tante soddisfazioni per i tifosi delle squadre da lui allenate: tante salvezze, qualificazioni Uefa storiche come quella con il Cagliari dopo 21 anni, una coppa Intertoto con il Bologna e semifinali di coppa Uefa e di coppa Italia raggiunte sempre con la squadra emiliana nello stesso anno, finale Intertoto con il Brescia e gli anni con la sua Roma.

Sono almeno 3 i campioni che non dimenticheranno mai Carlo Mazzone nella loro carriera. Totti, Pirlo e Guardiola. Il capitano della Roma infatti, dopo aver esordito con Boskov nel 1993, è proprio con Mazzone che inizia ad essere titolare e a fare i suoi primi goal. Andrea Pirlo, invece, è grazie a un’intuizione del mister romano che a Brescia viene posizionato a centrocampo e non più come trequartista, in quello che poi diventerà il ruolo con cui si affermerà a livello mondiale come uno dei migliori centrocampisti. Guardiola invece, ha ringraziato Mazzone, dopo aver vinto la finale di Champions League del 2009, definendolo come il suo maestro.
Ma c’è un episodio su tutti che descrive Carlo Mazzone. E’ il 30 settembre del 2001, giorno del sentitissimo derby lombardo Brescia-Atalanta, è tutta la partita che i tifosi dell’Atalanta insultano il mister, lui è lì che aspetta. Il suo Brescia è in svantaggio 3-1 a fine primo tempo dopo essere passato in vantaggio con Baggio, ormai sembra fatta per l’Atalanta, ma nel secondo tempo, mentre continuano gli insulti degli ultras bergamaschi un altro goal di Baggio accende le speranze del Brescia e lui lì inizia a crederci, promette vendetta rivolgendosi alla curva avversaria in caso di pareggio. E così accade. Un’autorete al secondo minuto di recupero sempre su punizione del divin codino porta il risultato sul 3-3. Ed è lì che Mazzone si prende la sua rivincita personale, corre, da solo contro tutta la curva ospite, cercano di fermarlo ma non ce la fanno, li affronta a testa alta rispondendo agli insulti ricevuti. A fine partita dichiara: ” Avevo promesso a quei tifosi che mi sarei fatto sentire in caso di pareggio. Sono stato di parola. E sul pari sono andato, e ho detto loro di tutto. Ora pagherò quel che devo, ma qualsiasi siano i giudizi su di me domani, me ne sbatto. E’ stata offesa la mia città e la mia infanzia: i bergamaschi si devono sciacquare la bocca prima di parlare di Roma”. Ecco chi è Carlo Mazzone. Auguri mister.