Lo scorrere inesorabile del tempo non cancella la storia. Il tifoso, quello vero, non dimentica. Non può dimenticare. L’amore per chi ha gloriosamente rappresentato i colori della propria squadra è eterno. Non può esistere un addio definitivo tra Diego Alberto Milito e chi conserva nel cuore le emozioni della notte del Bernabeu. Quando un interista sente il nome di Milito non pensa alle 169 presenze e ai 75 gol con la maglia #22. Pensa a quella notte. Pensa alla Coppa dei Campioni che mancava nella bacheca nerazzurra da quasi mezzo secolo. Poi gli viene in mente l’ultima giornata di campionato a Siena; infine pensa alla finale di Coppa Italia a Roma contro i giallorossi. Ecco servito il Triplete sul cui tabellino compare un nome soltanto: Milito.
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Dal debutto vincente in Supercoppa a Pechino contro la Lazio (8-8-2009) l’argentino ha sollevato altri cinque trofei: uno scudetto, due Coppe Italia, una Coppa Campioni e un’Intercontinentale.
Poi arriva un 18 maggio qualsiasi e capita che Milito si ritrovi a giocare la sua ultima partita con la maglia dell’Inter: una squadra che lo ha reso grande e che lui ha fatto ritornare vincente in Europa e nel mondo. Con i suoi saluti e quelli di Zanetti, Samuel e Cambiasso, lasciati soli dai compagni nel ricevere l’applauso toccante della curva nerazzurra e di tutto il Bentegodi, si chiude un’epoca gloriosa per l’Inter.
E se è vero che l’eternità ama le opere del tempo, allora amerà anche il Triplete firmato Diego Alberto Milito.
In bocca al lupo, bomber!