Ad inizio stagione nessuno pensava che a ridosso di Pasqua la situazione della Lazio sarebbe stata questa. I rapporti inclinati tra società e tifoseria avevano caratterizzato la stagione precedente, consegnando alla squadra uno stadio troppo spesso completamente vuoto. Troppi gli errori del presidente Lotito per provare a ricucire un rapporto. Poi il compromesso tra i tifosi, si torna a riempire i seggiolini dell’Olimpico, in virtù anche di un ottimo mercato estivo che aveva in parte sopperito ad alcuni sbagli delle precedenti sessioni. Un inizio non strabiliante, Pioli sul banco degli imputati. Poi la scossa, con la vittoria di Firenze. Iniziano ad intravedersi sprazzi di bel gioco, qualcuno sulle ali dell’entusiasmo si sbilancia: “La Lazio gioca il più bel calcio d’Italia”. Questa squadra merita un grande pubblico, quello che Roma ha sempre riservato per la Lazio. E il pubblico arriva, come arriva anche la continuità di risultati, tutto sembra girare per il verso giusto e infatti…

La Lazio in Coppa Italia straccia il Varese per 3-0 conquistando gli ottavi, il terzo goal lo segna Felipe Anderson, con un gran tiro da fuori. “Mister 9 milioni buttati” fino a quella partita. Poi la trasferta di Parma, è ancora Felipe Anderson il protagonista. Goal e assist, e da lì inizia la sua cavalcata vincente con la maglia biancoceleste addosso. Nove goal e otto assist ad oggi, Anderson è entrato nei cuori della gente laziale. Un giocatore così dalle parti di Roma, sponda biancoceleste non si vedeva da tempo. Club milionari sono pronti a mettere mano al portafoglio per portarlo via alla Lazio, ma Lotito lo blinda. Contratto fino al 2020, e aumento dello stipendio. Anderson non si muove da Roma.

Anderson e compagni hanno riportato l’entusiasmo tra i tifosi, hanno risvegliato l’animo dei più “anziani” ormai disamorati da anni di “soprusi”, e quello delle famiglie ora felici di passare una domenica allo stadio. I bambini onorati di poter ostentare la loro fede, di poter cantare per strada quello strano motivetto che fa: “FE LI PE ANDERSON LA LA LA LA”. E poi qualche vecchio ricordo è tornato alla mente, quando quel giovanotto classe 94′, romano e laziale ha indossato per la prima volta la maglia della sua squadra del cuore. Danilo Cataldi a molti ha ricordato Nesta, soprattutto quando Mauri e Radu, gli hanno consegnato la fascia come premio per la sua maturità in campo. E forse a qualcuno sarà scesa anche qualche lacrima.

Ma non finisce qui. L’amata e storica maglia della Lazio del meno nove torna sulle spalle dei giocatori biancocelesti, una maglia tanto aspettata e voluta. Sintomo dell’entusiasmo che tira in casa Lazio, è anche la corsa ai Lazio store per potersene portare a casa almeno una. Un solo giorno, poi ordinazioni industriali perché le maglie sono già esaurite. E se poi guardiamo la classifica… beh che dire. L’obiettivo prefissato era tornare in Europa, ma i fatti recitano ben altro. Lazio ad un punto dai cugini romanisti in seconda posiziona. Terzo posto che vuol dire Champions League, con ben 7 vittorie consecutive, compresa quella di oggi a Cagliari. Nove giornate al termine, rush finale che vede coinvolte le romane, pronte a darsi battaglia sul campo e nello scontro diretto del 23 maggio. E allora che dire? Comunque andrà, comunque finirà, sarà stato un sogno.