La settimana che si é appena conclusa é stata di certo una delle più difficili e delicate nella storia del Milan. Quattro reti prese a Madrid senza diritto di replica ed altrettante subìte in casa contro un Parma in “formato europa”. Quattro, che abbiamo capito non sarà il numero perfetto per i rossoneri, sono anche le sconfitte consecutive, in partite ufficiali, accumulate dagli uomini di Seedorf. I tifosi evidentemente hanno perso la pazienza e ieri hanno dato vita ad una dura contestazione nei confronti dei simboli dell’attuale decadenza milanista: Galliani, Berlusconi, Balotelli e lo stesso Seedorf.
E pensare che gli uomini presi di mira ieri sono esattamente gli stessi che hanno regalato le gioie più belle, all’esigente pubblico di San Siro, negli ultimi 25 anni. Balotelli incluso, perché se lo scorso anno non ci fosse stato lui, con i suoi gol, la banda Allegri non si sarebbe nemmeno sognata l’ingresso in Champions. Giusto contestare? Come Vasco, c’é chi dice no. Sacchi ad esempio afferma a Radio Anch’io: “È inaccettabile, manca totalmente la riconoscenza verso un club che ha regalato grandi emozioni a tutti loro, in una situazione così bisogna accettare anche la sconfitta“.
Assolutamente condivisibili le ragioni dello storico tecnico azzurro, ma il tifoso inferocito evidentemente la pensa diversamente. Avverte un’evidente mancanza di coesione e di ambizioni all’interno di una società rassegnata al fallimento stagionale. Basta vedere l’inesorabile meno 40 in classifica nei confronti della Juventus, solo 2 anni fa outsider del Milan nella lotta tricolore.
Le motivazioni di questa debacle derivano da situazioni differenti.
Le cessioni eccellenti imposte dal bilancio hanno portato ad un netto ridimensionamento del club, l’attuale divisione dei compiti con Barbara Berlusconi ha tolto diversi poteri decisionali a Galliani che non può più effettuare i suoi sensazionali colpi ad effetto, al di là di acquisti a parametro zero, tanto pubblicitari quanto inutili, come Honda o Essien. La rosa attuale non é competitiva ed é composta da calciatori stanchi e poco motivati, alcuni dei quali già fuori dalla prossima annunciata rivoluzione rossonera come: Mexes, Abate, De Jong, Emanuelson e Robinho. L’attuale tecnico sembra ancora troppo acerbo per poter gestire una situazione tanto delicata ed inizia a sentire una responsabilità forse troppo grande per lui, avendo raccolto già 7 sconfitte in 12 partite. In più, come tutti i suoi predecessori, non riesce a scrollarsi di dosso l’ormai figura scomoda e storica di Mauro Tassotti.
Ma il più contestato tra i giocatori é stato Mario Balotelli che, al contrario di quanto si possa pensare, ha dimostrato una grande maturità a fine partita andando a chiedere personalmente scusa alla curva rossonera e dichiarando amore eterno alla maglia. Un calciatore giovanissimo messo sempre sotto processo e a cui si chiede sempre la giocata, in una squadra che non gira, non può essere di certo il principale responsabile di questa fine preventiva di stagione.
Ai tifosi non resta che aspettare il 90° minuto dell’ultima giornata di campionato per poter voltare nuovamente pagina e sperare che qualcosa cambi. Adesso chiedono certezze ma sanno già che nel Milan del futuro oltre ai già sopracitati Mexes & co. non ci saranno probabilmente nemmeno Rami, De Sciglio e lo stesso Super Mario. In dubbio adesso c’é anche il futuro di Seedorf che si dice rischi già dalla prossima partita.
Che sia già iniziata l’era Inzaghi? Nelle prossime settimane lo capiremo meglio.