Ancora un altro passo falso, forse quello che fa più male. E’ quello commesso ieri dal Napoli contro la Lazio di Pioli, gara valevole per la semifinale di ritorno di Coppa Italia. Una partita iniziata male e finita peggio, e che ha visto gli azzurri perdere la possibilità di poter nuovamente difendere la Coppa a Roma il prossimo 7 giugno. Una gara dove comunque i partenopei hanno prodotto diverse occasioni, ma non sono riusciti a dare continuità al favorevole risultato maturato all’Olimpico (1-1). Quella che doveva essere la serata del riscatto, insomma, si è invece trasformata per l’ennesima volta in un incubo. Lasciando tanti, forse troppi, interrogativi sull’immediato futuro. Ecco dunque spiegati i fischi dei 50.000 tifosi del San Paolo, accorsi a caccia della tanto sperata inversione di rotta.

E’ forse uno dei periodi più bui della gestione Benitez e da quando gli azzurri sono tornati in Serie A. Ritrovarsi sesti in campionato a quota 47 punti, essendo peraltro reduci da una striscia negativa di 5 risultati consecutivi è sicuramente imbarazzante. Specie se, nel tuo organico, puoi vantare fuoriclasse come Hamsik (mai tornato ai livelli di una volta), Callejon, Higuain o Mertens. A ciò, si aggiunga il rendimento sempre più a corrente alternata di una difesa che può vantare giocatori come Koulibaly, Britos, Maggio o Albiol. Giocatori sicuramente quotati, ma che nei fatti stanno riuscendo anche a far peggio della scorsa stagione. Il reparto arretrato infatti, soprattutto negli ultimi anni, è sempre stato il tendine d’Achille di una squadra a tratti devastante invece in fase offensiva. E che spesso e volentieri si è rivelato protagonista di sconfitte clamorose: a Bilbao, l’anno scorso col Porto, e senza contare le tante evitabili sconfitte in campionato. A ciò, si aggiunga anche l’ormai perduta verve di alcuni indispensabili perni di centrocampo – Inler su tutti – apparsi mai come in queste ultime uscite lontani parenti dei giocatori ammirati nelle ultime stagioni. Lacune, quest’ultime, che hanno ulteriormente contribuito a fare la differenza in negativo in questa stagione.

La vittoria in Supercoppa pareva aver ridato nuova linfa agli uomini di Benitez, che avevano poi inanellato 5 vittorie nelle successive 6 partite. Un effetto-Doha a cui però ha fatto seguito la preoccupante involuzione di gioco e classifica: un brutto colpo per i tifosi, che da accarezzare il secondo posto adesso si ritrovano a dover difendere con le unghie e con i denti un posto in Europa League. Competizione dove, paradossalmente, il Napoli 2014/15 è riuscito ad eguagliare quello della stagione 1988/89. Erano ben 26 anni, infatti, che gli azzurri non raggiungevano i quarti di finale di una coppa europea. Il prossimo avversario però si chiama Wolfsburg, ed a giudicare dalla gara contro l’Inter, è una squadra poco propensa a fare sconti. Per lievitare speranze di qualificazione bisognerà necessariamente cambiare atteggiamento, soprattutto per il bene del Ranking.

L’eliminazione dalla Coppa Italia ha inoltre scatenato l’ira funesta di Aurelio De Laurentiis, che ha quindi deciso di portare la squadra in ritiro. Una soluzione figlia della disperazione, per recuperare quella compattezza ed unità d’intenti necessaria per salvare la stagione. Sarà davvero sufficiente questo provvedimento per attenuare i mali del Napoli? In ogni caso, il futuro di Benitez sarà sicuramente lontano dalla Campania: il suo ciclo pare ormai esaurito, ed alla piazza poco piacciono alcune sue apparenti giustificazioni sulle recenti prove incolori degli azzurri. Un mister ritenuto Re di Coppa, ma inadeguato per raggiungere il terzo scudetto, vero e proprio sogno proibito. Almeno per questa stagione.