De Laurentiis contestato

Anche nella settimana di “Happy”, il simpatico motivetto di Pharell Williams che ha caratterizzato le nostre giornate, l’Italia si conferma la patria dei singolari episodi. I problemi riguardanti il Governo, la disoccupazione, almeno per oggi, o ieri se vogliamo essere corretti, non c’entrano nulla, anzi, questi rappresentano i veri grattacapi della vita quotidiana di un cittadino italiano. La lite tra Aurelio De Laurentiis e un tifoso del Napoli, al termine della gara tra il Parma e i partenopei, ha dell’incredibile, del bizzarro (inserite altri aggettivi, ma la sostanza non cambia). Prima, però, è bene fare chiarezza sull’accaduto per dovere di cronaca.

Le telecamere della Rai, che seguivano il match del “Tardini” per la “Domenica Sportiva”, hanno ripreso l’alterco tra il numero uno del Napoli e un supporter presente nel parcheggio dell’impianto emiliano. Alla domanda “Presidente, noi non vogliamo vincere solo contro la Juventus”, Aurelio De Laurentiis, forse per la tensione accumulata e per la sconfitta della sua squadra, aggredisce, non solo verbalmente, il sostenitore, creando del caos, prontamente sedato dagli uomini della sicurezza.

Un episodio gravissimo, a nostro modo di vedere, che è l’emblema della situazione del nostro calcio italiano, ormai ridotto a un inceneritore di polemiche. La violenza negli stadi è una delle grane che deve essere debellata, per carità, ma come possiamo trovare una soluzione se gli uomini di calcio, che dovrebbero raffigurare l’esempio della civiltà, si comportano come dei ragazzini qualunque che si offendono dopo aver perso la partitella del quartiere?

Capiamo lo stato d’animo di De Laurentiis, amareggiato per il ko del suo Napoli che, molto probabilmente, è costata la possibilità di agguantare il secondo posto, ma ci sembra esagerato mettere le mani addosso a un tifoso solo perché quest’ultimo pretende di inanellare successi su successi e non solo vittorie sporadiche. Non dimentichiamoci che quello stesso tifoso paga il biglietto ogni domenica, acquista gadget della società e incrementa il fatturato tanto decantato dopo Napoli-Juventus. Il fastidioso avvenimento, tuttavia, ha fatto registrare altri risvolti . Il Napoli, tramite il suo ufficio stampa, ha negato le interviste alle reti Rai perché la “Domenica Sportiva” ha mandato in onda il video di De Laurentiis che spinge il supporter azzurro.

Una sorta di “punizione” nei confronti di chi ha scelto di intraprendere una carriera, nella quale si deve raccontare la verità nuda e cruda, piaccia o non piaccia. Il povero Alessandro Antinelli, stimatissimo giornalista, ha dovuto prendere atto della discutibile decisione del club campano, non potendo, però, dare un servizio ai tanti tifosi del Napoli che, vuoi per tanti motivi, avrebbero voluto ascoltare le dichiarazioni di Rafa Benitez, degli altri tesserati della propria squadra del cuore o dello stesso De Laurentiis. Ci vorrebbe un “Non ci siamo”, magari detto in coro e scritto mille volte su un squadernino a righe, per chi predica bene ma razzola male. Se il nostro calcio è sbeffeggiato da tutti, un perché ci sarà, o vogliamo sempre dare la colpa gli altri, non assumendoci le nostre responsabilità? In fondo, nel “Bel Paese” la parola “Happy” non viene tanto usata. Un motivo ci sarà.