Ecco la storia di uno di noi, verrebbe da dire. “Noi” siamo romani e romanisti, ma soprattutto siamo azzurri e italiani. “Uno” è Daniele De Rossi, centrocampista, tifoso prima che giocatore, ma soprattutto “capitan futuro”. Che poi il futuro è il dopo Totti e per il dopo Totti, di questo passo, bisogna aspettare.

La strana storia di Daniele De Rossi è ad un bivio. Dopo la sfortunata esperienza dei mondiali brasiliani, chi se l’aspettava. Forse nemmeno lui. Riavvolgendo il nastro: gol di Godin, via Prandelli, via Abete, dentro Tavecchio, dentro Conte, primi convocati, fuori Balotelli, qualche assenza di lusso, Zaza-Immobile boom, il rigore segnato a Bari. Al centro di questo progetto (almeno di queste prime uscite) c’è capitan futuro Daniele De Rossi. Prima dei giallorossi della Roma, ora degli azzurri dell’Italia.

Dopo Roma-Fiorentina ai microfoni di Sky, lo stesso De Rossi si era detto sorpreso dei contenuti del colloquio avuto qualche giorno prima con il neo ct Antonio Conte. Che il nocciolo della chiacchierata fosse proprio questo? Affidare a De Rossi i gradi di capitan futuro. Lui al centro, con due motorini come Florenzi e Giaccherini ai lati.

La strana storia di Daniele De Rossi è ad un altro bivio. Uno scherzo per uno che ha rinunciato a Manchester, Monaco, Madrid e altre piazza e che ha sempre sacrificato la carriera per i colori e la bandiera.