Questa mattina esco da casa per la mia solita passeggiata domenicale, con il sole che illumina una giornata divenuta speciale per l’importante vittoria dell’Italia ai danni dell’Inghilterra nella prima gara “azzurra” a questi Mondiali in Brasile. Appena vedo il cielo limpido, la mia vicina di casa, che di calcio capisce quanto il sottoscritto di cultura barocca, mi pone diverse domande su Didier Drogba. Mi sarei aspettato un quesito sulla nazionale di Prandelli, sul gol di Balotelli, sul fisioterapista inglese infortunato, invece niente di tutto questo. Forse, e ripeto forse, la mia vicina di casa avrà fatto la maratona mondiale, vedendo anche Costa d’Avorio-Giappone alle 3 del mattino, altrimenti non si spiega. Fatto sta che anche lei, ha capito una cosa: Didier Drogba fa ancora la differenza. Si, quel ragazzone di 36 anni (si,avete letto bene) che entra e da la scossa una squadra, quella degli “Elefanti”, somigliante a uno gnu più che altro, in preda al panico nella savana.

L’ex Galatasaray, si vocifera dalla Turchia, pare abbia trovato l’accordo con la Juventus, ma la situazione è diversa da quella descritta dai media del Bosforo. Il forte attaccante, che cerca un progetto interessante, si è offerto da mesi alla società bianconera, in dubbio se considerare Drogba come un ottimo affare. Antonio Conte, amante degli elementi giovani, ancora non si sarebbe espresso a pieno sull’eventuale operazione ma, vedendo all’opera il calciatore nato ad Abidjan nel match contro il Giappone di Alberto Zaccheroni, i dubbi sulla sua condizione fisica sono spariti in 23 secondi.

Il “Panzer” Drogba, bravo in zona gol, è utile anche in fase difensiva grazie a quello spirito di sacrificio che ad alti livelli non deve mai mancare. Secondo alcuni, potrebbe approdare in Serie A per “svernare” e rilassarsi, ma per la Juventus, a mio modo di vedere, sarebbe un grandissimo colpo con il dovuto ingaggio, considerata anche la partecipazione alla prossima Champions League. E poi, se addirittura la mia vicina di casa, brava a cucinare lasagne, polpette e altri cibi genuini, mi parla del classe ‘78, Agnelli e Marotta, con Conte in prima fila, dovrebbero pensarci un attimino, prima di dire “Drogba, non ci servi”.