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Ricordate il Dnipro, tra le più blasonate squadre dell’Ucraina, o perlomeno quella che, negli ultimi anni, aveva saputo meglio comportarsi a livello internazionale sorpassando nientemeno che storiche realtà come la Dinamo Kiev? Ebbene, in soli due anni è passata dal quasi trionfo in Europa League alla Serie C del proprio Paese.

Un tracollo verticale, per la società che ha sede nella città di Dnipropetrovsk, la terza più popolosa del Paese dell’ex Unione Sovietica. Era la stagione 2014-2015 e quella squadra eliminò il Napoli allora allenato da Rafa Benitez nella semifinale della seconda competizione continentale, prima di arrendersi poi al Siviglia di Carlos Bacca all’ultimo atto.

Cerchiamo di capire come è potuta avvenire la parabola discendente del club. Il suo Presidente, Igor Kolomoisky, ha deciso chiaramente di porre fine agli investimenti in favore della squadra per risparmiare denaro per rinforzare il contingente militare dell’esercito ucraino in contrasto con quello russo, essendo un fervente patriota.

Il patrimonio del numero uno vale ben 1,36 miliardi di dollari, ma l’indebitamento dello scorso anno della squadra era pari a 1,42 milioni di euro. Così è arrivata la penalizzazione di dodici punti, valsa il penultimo posto in campionato (vinto dallo Shaktar Donetsk) e la conseguente retrocessione in Serie B.

Ma nel corso di quest’ultimo anno il debito è ulteriormente cresciuto a dismisura, tanto da richiedere l’intervento della Fifa, che ha imposto un’ulteriore retrocessione e la necessità di far ripartire il club dalla terza divisione, vale a dire la Serie C.

E così ai tifosi non resta che ricordare i tempi che furono, quando, fino ad appena due anni fa, la rosa della squadra poteva vantare giocatori del calibro di Douglas Silva, Kalinic o Konoplyanka, per citarne alcuni, mentre ora tutto è in mano a soli giocatori locali di secondo piano. Ma da queste parti il calcio, specie in questo periodo, conta assai meno di altre faccende.