Moda e calcio? Decisamente due cose distinte e separate. Perchè? Scopritelo, leggendo questo interessante pezzo che tratta di outfit pallonari.
Carlos Dunga, nuovo CT del Brasile, in realtà non ha bisogno di presentazioni. I suoi outfit a bordo campo, hanno, invece, bisogno di spiegazioni. Molte. Perché una camicia damascata, black & white, come quella esibita nella foto in basso, non l’abbiamo vista neanche a Ballando con le Stelle. E garantisco che le stelle sarebbero cadute tutte. Con cappotti di montone e dubbi dolcevita, ha tenuto il mondo del calcio, insieme agli spettatori di Carla Gozzi, col fiato sospeso. Una storia di moda, la sua, che ricorda tanto la storia del Brasile negli ultimi Mondiali: una continua, disastrosa ed enorme sconfitta.
A primo impatto sembra gli sia esploso il correttore tra le mani. A secondo impatto sembra gli sia esploso il correttore tra le mani. Alla consegna del Pallone d’Oro 2012, Leo Messi fa chiacchierare con il suo abito a pois Dolce & Gabbana. Nonostante il pubblico avesse occhi solo per Irina Shayk, in molti aspettano ancora l’immagine di Leo supino al suolo, ad agitare le zampe come una coccinella minimal chic capovolta.
Un anno dopo, di nuovo Golden Ball, di nuovo Dolce & Gabbana, di nuovo lui, Leo Messi. Stanno ancora cercando l’etichetta obbligatoria sui prodotti facilmente infiammabili, lì, proprio dietro i gomiti. Rosso metallico, papillon nero e una sventola al suo fianco: una caserma dei pompieri a fare da sfondo avrebbe decisamente completato l’outfit.
Rosso e blu, insomma, dalla Russia ce lo si aspetta. Ma secondo questo criterio, avremmo dovuto vedere vestiti da bandiera anche gli altri tecnici, magari meno fortunati con gli accostamenti. A Fabio Capello tutto sommato è andata bene, e il blu ciano della camicia, che, in certi momenti, si estende anche alla sua faccia, ben contrasta con il rosso della cravatta, adornata dall’aquila bicipite. Tutto sommato, imperiale.
E se poco fa le parole spese per Fabio Capello, al servizio della Russia, sono state positive, vederlo costretto in quel gilet rosso Chanel, costringe anche noi a rimangiarle. Come il nipote sfigato della prozia sconosciuta che, alle feste, si presenta con il solito maglione dall’infelice fantasia natalizia: l’effetto è decisamente questo, sfigato. Dunque, A.A.A. cercasi stylist, anche alle prime armi e dai gusti futuristici, per la Russia, che si crogiola in questo gusto retrò. Solo, visti gli outfit di Messi, evitate Dolce e & Gabbana.
Il Milan vestito interamente dalla nota casa di moda “Dolce & Gabbana”, si è presentato a New York come una squadra di imbianchini, in attesa di dare una rinfrescata ai tanti grattacieli presenti nella bellissima città americana. Nessuno dei presenti, compresi i camerieri dell’albergo nel quale soggiorna il Milan, ci credeva, tanto da chiedere a Balotelli e compagnia un panino al burro con hamburger e maionese. Si, se notate bene, il nuovo abito sociale del club meneghino somiglia a quello di un inserviente, ma anche all’equipaggio della Love Boat.
Enzo Bearzot per il calcio italiano è un Dio che non potrà mai essere schiodato dal vertice. Però, il compianto allenatore della Nazionale campione del mondo a Spagna ’82, aveva uno stile che lasciava alquanto a desiderare. Infatti, durante il mese di Mondiale iberico, il “Vecio” amava indossare un improbabile giacca bianca, che tanto faceva discutere. Sarà stata anche di buon auspicio, ma l’indumento di color chiaro non la usavano nemmeno gli autisti del bus che trasportavano le nazionali.
Nel 2012 la Reggina, squadra appena retrocessa in Lega Pro, ha pensato bene di affidare il proprio look nientepopodimeno che a Lapo Elkann, che di stile bizzarro ne sa, eccome se ne sa. Il rampollo di casa Agnelli, così, ha vestito i calciatori della Reggina con un’obbrobriosa giacca nera, stretta ai fianchi, con un fazzolettino amaranto che richiamava i colori della compagine calabrese. Non è tutto, però. Il pantalone beige, come quelli che usano i bambini per la recita della scuola elementare e cravatta amaranto, abbinata a una camicia bianca che avrebbe fatto rabbrividire anche mio nonno di 88 anni, deve far riflettere.
Sempre nel medesimo anno, durante gli Europei in Polonia e Ucraina, la Nazionale italiana fu vestita da “Dolce & Gabbana”. Niente da dire, anche perché il risultato è stato tutto sommato positivo. Quello che ancora oggi crea qualche domanda al sottoscritto, è il vestito scelto per le occasioni importanti, dove Cassano doveva recarsi conciato con un vestito scuro e annesso gilet stretto al petto. Più che calciatori, gli abiti disegnati sembravano adatti a dei pensionati INPS in attesa di ricevere la medaglia per il lavoro svolto.
La “Lubiam”, l’azienda di abbigliamento mantovana, invece, nel 2013 per il nuovo look sociale del Catania, ha scelto un abito casual che ha provocato la retrocessione in Serie B dei siciliani. Scherzi a parte, il completo, formato da una giacca blu scuro, camicia celeste, cravatta blu, pantalone grigio topo e scarpe scure, ha causato pianti a go go. Una sorta di squadra che somigliava agli uomini della security che si trovano alle convention politiche, per dirla tutta.
Con la collaborazione di Anita Casalino (Blogdilifestyle.it)