Se non ci fosse, bisognerebbe inventarsene uno nuovo. E’ davvero incredibile l’incisività che un giocatore come Luca Toni riesce ancora a garantire alle sue squadre: quasi 38 primavere e non sentirle. Di che stupirsi d’altronde, se parliamo di un attaccante laureatosi campione del mondo a ‘soli’ 31 anni, dopo aver esordito in nazionale soltanto due anni prima? Quel Palermo, e quella Fiorentina, erano delle matricole terribili per chiunque. E pomeriggi amari attendevano le loro avversarie.
Questa tradizione è stata felicemente ripresa anche in riva all’Adige. Quest’anno l’obiettivo dell’Hellas non è l’Europa League, ma una semplice salvezza. Ma il modo in cui la truppa di Mandorlini ci sta arrivando, è sicuramente tranquillo e dignitoso. E per Luca Toni è sempre festa: passi il primo gol – giunto al termine di un’ ottima intesa col compagno di reparto Juanito Gomez, ma viziata da un fuorigioco – il secondo è un suggestivo ritorno al passato: è la rete che consente ai gialloblù di archiviare una meritata vittoria, fatta di dribbling ubriacanti e tocchi d’autore. La difesa del Sassuolo è in bambola, e a poco servirà il successivo gol del 3-2 di Floro Flores.
Ed è cosi dunque che l’ex attaccante del Bayern Monaco arriva a quota 17 reti stagionali, issandosi alle spalle dell’attuale capocannoniere Carlos Tevez. Parliamo del primo (e unico) calciatore italiano nelle prime sei posizioni tra i bomber più prolifici 14/15. Siamo davvero sicuri che le porte della nazionale debbano ormai essergli precluse? Se si riconfermasse anche nella prossima stagione, la sua esperienza non potrà che giovare alla selezione del CT Antonio Conte. Passi per gli oriundi, passi per i vari Gabbiadini, Pellè, Zaza o Immobile, ma Luca Toni non sarà mai un vecchio qualsiasi: un eterno ragazzo del nostro calcio.