E come nelle più intricate trame dei film, sono quasi sempre gli ex che complicano tutto, come accade al San Paolo. I punti degli azzurri adesso sono 47, cinque in meno della Lazio terza in classifica e la colpa da stasera è anche di Eddy Reja che dal 2005 al 2009 ha guidato proprio i partenopei in una clamorosa quanto meritata doppia promozione che culmina con la serie A nel 2006.

Questa sera però Reja il favore lo fa alla sua Atalanta che vuole contribuire a salvare dal baratro della retrocessione, che dopo questo pareggio contro il suo Napoli, sembra un po’ più lontana. Proprio ieri il tecnico di Gorizia, nella consueta conferenza pre-gara, si era detto molto determinato ma anche in parte nostalgico per aver lasciato a Castel Volturno tanti amici. I bei ricordi tuttavia non gli impediscono di affrontare questa gara che ha del romantico, con grande voglia di vincere, e in una serata in cui un altro ex German Denis non ha inciso, alla fine hanno fatto la differenza proprio le sue scelte: al ’70 Mauricio Pinilla subentra proprio all’argentino e segna regalando il momentaneo vantaggio poi annullato da Zapata.

Una storia che sembrava finita, dal momento in cui dal 2012 Reja non allenava con costanza in Serie A, tolta la breve parentesi nel 2014 ancora con i biancocelesti della Lazio. Un’Atalanta da battaglia, con un allenatore malinconico ma che con coraggio ha superato una vecchia storia, anche se mai dimenticata.