Un piacevole scambio di battute con il giovane capitano del Pavia Lorenzo Carotti, classe ’85, jesino doc cresciuto nelle giovanili del Parma che vanta anche 30 presenze in Nazionale tra under-16 e under-20.

Il Pavia ha cambiato proprietà, a pelle che sensazioni hai avuto dai nuovi dirigenti?
La società è finanziata da imprenditori cinesi ma la dirigenza è a tutti gli effetti italiana. Non ho avuto ancora modo di conoscere bene i nuovi dirigenti, ma mi sta facendo un’ottima impressione il mister Maspero, un allenatore che di esperienza nel calcio ne ha da vendere e che è bravo a gestire il gruppo. Gli obiettivi della nuova società si sono capiti subito dal momento in cui hanno acquistato in pochi giorni giocatori forti per la categoria, quindi sono stato felicissimo di essere stato riconfermato per fare un campionato di vertice.

Che Pavia ti aspetti in questa stagione? Obiettivi?
Ho avuto subito delle ottime impressioni sul gruppo, dopo solo una settimana di ritiro sembra che giochiamo insieme da 2 anni e credo sia fondamentale per partire bene e come già detto provare a vincere il campionato.

Che cosa vuol dire per te ‘essere un capitano’?
Ho già fatto il capitano a Pavia ma era una squadra molto giovane. Per me è stato un motivo per crescere non solo come giocatore. Sapere di essere da esempio per i giovani mi ha responsabilizzato e ho cercato di trasmettere loro soprattutto il mio carattere equilibrato, unito alla mia esperienza da calciatore. Fare il capitano per me è stato cercare di dare un’identità nello spogliatoio sulla quale rispecchiarsi, e ho cercato di farlo senza trasmettere mai i miei dubbi e le mie paure che durante il campionato mi capitava di avere.

Torniamo al calcio di quando eri bambino, qual’è il ricordo più bello che porti sempre con te?
Tutti i ricordi più belli sono quelli legati agli amici della mia città. Non c’è un ricordo preciso perché vorrei condividere questo pensiero con tutti gli amici con i quali sono cresciuto e che mi hanno dato tantissimo, sia quelli che negli anni ho continuato a frequentare sia quelli che non ho più rivisto.

Carenza di campioni nel calcio italiano e oratori e parchi pubblici con sempre meno bambini palla al piede. Coincidenza?
E’ facile secondo me giudicare un periodo storico basandosi su una carenza calcistica attuale. La cultura di un popolo cambia in continuazione e bisogna anche aspettare che i vari cambiamenti facciano il loro corso e le nuove generazioni crescano con i propri sviluppi senza le critiche e i pregiudizi delle generazioni passate.

Il tuo libro e il tuo film preferito sul calcio?
Libro, ‘Discorso su due piedi’ di Carmelo Bene ed Enrico Ghezzi. Film, ‘L’uomo in più’ di Sorrentino.

Quali consigli daresti a un giovane che ha tutte le qualità per sfondare?
Uno dei consigli che darei è quello di dedicarsi molto alla propria passione, ma senza mai avere l’ossessione o la fretta di arrivare. Il calcio da bambini va vissuto come un divertimento e come espressione del proprio io. Dal momento in cui si ha la fortuna e la bravura di poterlo fare come lavoro deve essere vissuto con tanta applicazione e sacrificio, sia dentro che fuori dal campo.

Hai giocato per anni nell’Aurora Jesi, la stessa squadra che ha lanciato Roberto Mancini. Quali valori c’erano in quel calcio, che non hai invece trovato nel professionismo?
Non si possono paragonare la scuola calcio e il professionismo, proprio perché la prima deve essere una formazione e soprattutto uno sport fatto di valori autentici e puri. Nell’Aurora Calcio eravamo tutti amici e l’aria che si respirava era appunto affiatamento tra di noi prima ancora che essere compagni di squadra. Mentre il professionismo è a tutti gli effetti un lavoro dove molte persone lavorano per te e allo stesso tempo si aspettano che rispetti delle regole ben precise e che ci sia il raggiungimento di un risultato con il fine di un guadagno societario. I compagni di squadra cambiano ogni anno o addirittura ogni cinque mesi: questo significa mettere in secondo piano l’importanza del gruppo e l’amicizia.

Per chiudere, qual’è la canzone che ascolti più spesso prima di una gara importante?
In genere quando sono sul pullman per andare al campo mi rilasso giocando a scacchi online.