Le dimissioni di Conte, la nuova avventura della Juventus, il futuro della Nazionale. E poi tanta delusione per un futuro che non c’è stato. Abbiamo parlato di questo con Giorgio Perinetti (foto Giuseppe Celeste/Image Sport), noto direttore sportivo, che ai microfoni di Blog di Sport ha rilasciato una lunga ed interessante intervista.

Conte si è dimesso. Proprio come è successo con lei a Bari tempo fa.
“C’è qualche analogia con quello che abbiamo vissuto dopo la vittoria del campionato in B a Bari. Ci trovammo venti giorni dopo il rinnovo contrattuale a rivedere la situazione e risolverla. A Torino ha vissuto con responsabilità e tensione le sue stagioni. È uno che vuole sempre di più dalla squadra e da se stesso. Forse quest’anno ha capito di non poter avere gli ingredienti per superarsi e ha preferito allontanarsi. Credo sia successo questo”

Condivide quanto fatto da Conte?
“Credo sia un fatto positivo. Ha riconosciuto la sua impossibilità per proseguire un percorso comunque importante. Forse la tempistica non è la più opportuna, ma quantomeno ha evitato che la Juventus partisse e dovesse rivedere la situazione a torneo in corsa. E quello sarebbe stato un problema più pesante”

Si era parlato di un suo futuro con la Nazionale. Ma Conte non è uno che ha bisogno di vivere il campo quotidianamente?
“Non penso accetterà la Nazionale. Concordo, lui il campo lo vuole vivere. Non credo si senta pronto. Lui vuole fare l’allenatore, non il selezionatore. Sarebbe un peccato per il nostro calcio, perché secondo me affidare a Conte il coordinamento di tutte le Nazionali potrebbe essere un’occasione importante per il movimento azzurro. E lui è uno che può dare sempre tanto. Aiuterebbe l’Italia a rialzarsi”

Arrivano Morata e Pereyra alla Juve. Possono essere utili al salto di qualità o serve altro?
“C’è una nuova impronta tattica. Allegri non è uno sprovveduto, ha vinto subito al Milan e in sintonia con i dirigenti lavorerà secondo le disponibilità della società. Pereyra ha fatto bene a Udine, Morata è un giovane. Non aveva una considerazione esagerata al Real, ma può dare una mano. In fondo viene da una scuola calcisticamente importante”

Dopo la disfatta brasiliana da dove deve ripartire la Nazionale?
“Intanto deve abbandonare la logica che un cambio di presidenza e di tecnico sia propedeutica ai risultati. Quelli si ottengono con un programma e con attenzione. Si dedichi del tempo alla Nazionale in un quadriennio intenso. Serve un allenatore con uno staff che valuti costantemente tutte le varie situazioni, squadra per squadra. Bisogna iniziare a valorizzare i prodotti che abbiamo”

Ha vinto anche a Palermo ed è a casa. Arrabbiato?
“No, solo dispiaciuto. Certo, dopo la vittoria di un campionato con un mese e mezzo di anticipo sarebbe stato bello sapere prima il mio futuro. Il ritardo di scelte indipendenti da me mi ha impedito di fare mosse diverse”

Era stato accostato al Bari, che ha già fatto quattro acquisti importanti. Vede un futuro in A per Bari?
“Bisogna vedere i programmi della società e gli obiettivi. I primi interventi sono stati sicuramente di spessore. E poi c’è una buona base della scorsa stagione. Sicuramente il pubblico, che è stato il salvatore del Bari, potrà recitare ancora un ruolo importante”

Anche lei è stato vicino alla poltrona di ds del Bari quest’estate.
“Il Bari per me ha rappresentato un momento importante. Purtroppo a qualcuno non piacevo. E non parlo della società. Mi dispiace per una persona che credevo mi conoscesse e forse si è lasciato andare a concetti troppo provinciali. Credevo di poter dare un contributo. Credo che per la situazione che si era creata è più il rammarico che ho oggi, per non essere tornato, che il dispiacere quando lasciai dopo l’ottima annata di Serie A. “