18 Maggio 2011: Germania Under 18-Austria Under 19. Vi direte, giustamente, che relazione ha un’amichevole tra due nazionali giovanili con un mondiale? In quel match di metà Maggio, piuttosto insignificante, debutta con la nazionale tedesca di categoria, Kolašinac.
15 Giugno 2014: Argentina-Bosnia, al Mondiale brasiliano. Debutto nella competizione per Kolašinac. Con la maglia della Bosnia, e autorete, decisiva ai fini del risultato. Notate qualcosa di strano?

Per molti aspetti Kolašinac è un predestinato: classe 1993, è nato a Karlsruhe in Germania da genitori bosniaci. E’ nato nel pieno della guerra per l’indipendenza della propria nazione, ma è comunque nato in terra tedesca. Inizia a giocare a calcio, è forte, e viene subito notato dagli scout teutonici. Fa le giovanili tra Stoccarda, Hoffenheim e Schalke 04, dove poi debutterà in prima squadra nella stagione 2012-2013. Terzino, bella corsa e buona tecnica, uno che in campo ci sa stare. E addirittura il Manchester United lo segue. Nel frattempo continua la trafila delle giovanili della nazionale tedesca, mettendo a segno due reti e disputando una ventina di partite nel complesso. Poi quando si trova a dover scegliere da che parte stare sceglie le proprie radici, le proprie origini: la Bosnia. Probabilmente nella Germania avrebbe avuto meno spazio, ma non sarà solo questo alla base di una scelta del genere. La Bosnia è alla prima competizione importante della propria breve storia calcistica. Kolašinac ha scelto di esserci, di fare il suo. Però gli va male, è “sfigato” come diremmo noi. Al debutto mondiale realizza un’autorete che fa passare in vantaggio l’Argentina dopo appena 3 minuti e fa saltare tutti i piani della propria squadra, in svantaggio contro l’Albiceleste di Messi già dall’inizio. Poi proprio la pulce segnerà il secondo gol, prima della rete che accorcia le distanze e illude i bosniaci.

Ieri nelle piazze del paese che costituiva una parte dell’ex Jugoslavia c’era entusiasmo, era un appuntamento con la storia prima che una partita. E l’inizio è stato un autogol, in senso metaforico e non. A volte il destino è crudele, ma quella di Kolašinac resta una favola, seppur al momento prevede un finale meno felice delle altre raccontate. Ci tenevo, magari a raccontare la prima vittoria bosniaca, ma ci sarà tempo. Per ora è bello tramandare la storia di chi poteva scegliere la Germania ma ha scelto la Bosnia, e pazienza se alla prima partita importante della nazionale gialloblù ha realizzato un autorete. Questa favola non ha ancora il suo finale, anzi magari la sua finale. Perché in Bosnia i sogni si vivono a cuor leggero, come la scelta di Kolašinac.